domenica 16 dicembre 2012

-giugno 2012- terremoto in Emilia

Abbracciava il buio
come l'ultimo porto sicuro
in una tempesta feroce,
sacrificava al cielo il sogno
come ricamare sul nulla
l'intera vita
o l'unico istante vissuto.
Vergogna sul petto
come una voragine
tra le linee di parole
mentre il respiro
sempre piu' nero
trema,trema
e stanze abbandonate
finestre spalancate
sulle ombre che restano
sulla strada.
Abbracciava il buio
come amico fidato
senza ricordare un bacio
e la sofferenza di
accarezzare la sua terra
e i fiori che sbocciarono
ancora e ancora
erano coraggio quelle mani
sole anche se erano migliaia
per salvare un angolo di cielo
tra il fango,ricercare
una melodia che facesse piangere
in quel silenzio cosparso di urla.
Abbracciava il buio
senza cuore,
un vagabondo della vita
che nulla sapeva
se non delle stelle
e del loro stare lontane,
straniere del dolore

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