lunedì 30 agosto 2010

CANTO DELL'ASSURDO

risuona la parola dell'Autunno
musica di foglie e rami spogli
e il sussurro di gelate sulle zolle
dei miei pensieri
Ti penso e ora
i ricordi danzeranno
tra viali vuoti e banchine
lasciate sole dagli innamorati
Ti ho imprigionato sulle spalle
della solitidne,
ella vola tra vecchie foto
e fiori senza piu' profumo,
perdo tra le mani il tuo sorriso
come un amante ammalia
il mio sguardo
L'ultimo orizzonte si perde
tra fiori e nebbia,
lacrime la rugiada sull'erba,
i miei passi s'incatenano
alle vie del cielo, tra
le nuvole sogni ancora acerbi
di bimbi, girotondi
di mani e piedi,
ho sete di parole e silenzi,
gia' sazi del parlare,
lune, come solitudini lontane
e sere a portarmi dono
della mancanza.
Eco di te
oltre il domani e
il bosco dei desideri,
tra le corse senza tempo
dei lupi e schegge di stelle

sabato 28 agosto 2010

VIVERE CON SORELLA NUVOLA

Sono seduta accanto alla finestra,e' venerdi sera, in ufficio non c'e' piu' nessuno e mi piace il silenzio, io che ho imparato ad amarlo dopo anni di urla,di pianti strazianti,amo il silenzio invaso dal vento dell'autunno, dai passi lontani di qualcuno che passeggia godendosi questo autunno ancora tiepido. Guardo fuori dalla finestra il cielo e le sue nuvole, amo anche le nuvole perche' sono come mia sorella, io ho una sorella nuvola.....
Cerco di concentrarmi sugli ultimi documenti,ma le nuvole mi affascinano,mi perdo con loro nella loro corsa senza meta, fantastico sulle bellezze che vedono da lassu'.......e poi ricordo l'oggi e ieri, il dramma e la pace, la disperazione e la speranza, la forza che ti viene se hai una sorella come la mia,una sorella nuvola.
Ricordo io e Clelia, bambine- Clelia,Clelia delle mie brame che e' la piu' bella del reame?-
-Tu sei la piu' bella del reame!-,e tutti gli altri giochi,mamma e papa' e la nostra vita perfetta,la migliore per me.
A volte Clelia era strana,ma poi passava e nessuno ci faceva piu' caso;ma Clelia non era strana,era malata.
-Clelia,Clelia delle mie brame, chi e' la piu' bella del reame?-
-Tu sei la piu' bella del reame!- era il nostro segreto,il nostro gioco e poi l'abbraccio e via di corsa verso altre avventure,altri sogni,altre novelle.
Clelia,e' bella,era bella,bionda,occhi scuri e risata squillante....a volte era rabbiosa,cosi' senza motivo e spaccava tutti i giocattoli, oppure era sfaticata,le maestre la sgridavano perche' era sempre distratta,ma poi tutto passava e noi guardavamo alla vita,alla nostra splendida fiaba.
La mia sorella nuvola,come una nuvola passa lenta e candida e un attimo dopo e' nera e tempestona,rabbiosa contro il cielo che le appare prigione, a volte grigia e triste,promette temporale e dolore...ma come' bella una nuvola quando rosseggia d'un tramonto, sembra indossare l'oro.
Clelia verso i tredici anni e' diventata strana,diversa,sempre, ogni giorno e ha cominciato a farmi paura.
-Clelia,Clelia delle mie brame, chi e' la piu' bella del reame?-
Ma Clelia non mi rispondeva piu',urlava e piangeva,poi diventava cattiva,improvvisamente, senza motivo e scatenava il temporale,scatenava il dolore.
Un giorno candida nuvola,un giorno nera e crudele,gonfia di pioggia e veleno.
Avevo paura di questa piccola estranea che girava per casa,che dormiva nel letto accanto al mio. Non giocavo piu' e anche papa' e mamma avevano paura,eravamo alla fine della nostra fiaba,ma ancora non era arrivato per noi "e vissero felici e contenti."
Dopo qualche tempo ti portarono in ospedale perche' quelle reazioni di rabbia inspiegabili ad ogni sfumatura di vita non erano piu' solo stranezze,periodi no, la crisi da adolescenti.
Sei stata via un giorno intero,io ti aspettavo a casa e avevo paura,non la volevo quella sorella cattiva,quei temporali paurosi nella mia vita.
Siete tornati ed io preparavo cena.
La mamma piangeva,piangeva forte come non le avevo mai visto fare,neanche quando sono morti i nonni.
Il papa' era impietrito, ho avuto terrore in quel momento,terrore perche' papa'sfuggiva il mio sguardo e gli tremavano le mani,tanto,cosi tanto che gli son cadute sul pavimento le chiavi.
Solo tu Clelia mi sei corsa incontro e m'hai abbracciato; irrazionalmente avrei voluto sussurrarti piano
-Clelia,Clelia delle mie brame chi e' la piu' bella del reame?-, ma non l'ho fatto,mi son fatta stringere, al di sopra delle tue spalle,vedevo uno scorcio di cielo dalla porta aperta e tante nuvole,l'una diversa dall'altra solcare l'azzurro,ma ancora non sapevo,ancora non capivo la mia sorella nuvola.
Schizofrenia ad esordio precoce. Questa la diagnosi repentina,senza appello.
E insieme tante parole senza senso,senza sostanza,senza aiuto......"estremamente rara nell'infanzia";"grave riduzione nell'esprimere emozioni".........che significa quando parlano di Clelia? quando parlano di tua sorella,tua madre,tuo fratello?
Quella notizia come un'esplosione ha distrutto-io lo pensavo-la nostra fiaba,lasciando solo rovine,solo deserto intorno,perche' alle nuvole e' difficile arrivare,fa paura avvicinarle, soli noi quattro e soli tra noi quattro con le tue urla,i tuoi pianti, i deliri e quella terribile apatia che ti rendeva un guscio vuoto.
Ricordo una notte al buio, Clelia dormiva e poi si e' svegliata tutta agitata, respirava affannosa,sembrava aver aperto gli occhi su qualcosa di mostruoso-era Clelia forse la realta'? la tua solitudine?-
-Clelia che c'e'?-
-Le voci-
-Che voci?-
-Le voci. Mi sgridano continuamente e mi dicono che sono stupida, non mi fanno dormire.-
Spettatrice di sofferenza e dolore....io una sorella nuvola non la volevo,ancora non avevo capito e sono scappata. Vent'anni e l'universita',Vent'anni e la spensieratezza, Vent'anni e l'incomprensione.
Me ne sono andata in un'altra citta',in un'altra vita,in un altra famiglia,quella di Lucio...speravo in un'altra fiaba.
Ma la mia Clelia mi mancava tanto,ero spezzata dai sensi di colpa per aver abbandonato la mia famiglia, mamma in lacrime e papa' impietrito,nonostante gli anni.
Cosi una mattina sono arrivata all'universita', Lucio mi aspettava nell'atrio, l'ho abbracciato il mio amore e gli ho detto-torno a casa-e lui che invece gia' sapeva e amava la mia sorella nuvola mi ha risposto-cerca un appartamento anche per noi.
Il viaggio in treno mi e' sembrato lungo e breve insieme,un'altalena di emozioni
paura e gioia
rabbia e desolazione
rimpianto, profondo un abisso per la mia fiaba.
Sono arrivata davanti al cancello di casa,nessuno sapeva che arrivavo.
Clelia era seduta sul dondolo di fronte a me, mi ha visto e mi e' corsa incontro-nuvola soffice candida serena ti stava per baciare il tramonto e l'oro avevi negli occhi-e mi ha abbracciato,la ragazza che si confondeva con l'immagine della bambina con la coda,ma era proprio mia sorella,la mia Clelia,questa volta ho sussurrato piano
-Clelia,Clelia delle mie brame chi e' la piu' bella del reame?-
-Tu, grazie di essere tornata.-
Abbiamo pianto e intanto guardavo il cielo,le nuvole.....ognuna diversa dall'altra,ognuna speciale e unica e ho capito che la mia fiaba,sarebbe stata " C'era una volta una bambina nuvola che poteva essere candida e serena oppure tempestosa e furente,ma mostrare rara bellezza se baciata dalla luce del sole".
Da li ho trovato la forza,il coraggio di amare la mia sorella nuvola,di ricostruire la mia fiaba,di aiutare me e Clelia.
La seguo nelle cure,quando sta' male non vuole prendere medicine e invece l'aiutano e deve farlo; ho trovato un centro diurno dove Clelia sta' bene....ha imparato a ricamare ed e' brava,dice che quando ricama le voci non la infastidiscono piu' come prima; guardo la mia sorella nuvola,candida,burrascosa,splendente e paurosa e adesso non ho piu' paura.

domenica 22 agosto 2010

LETTERA AD UNA MADRE

Come si comincia una lettera alla propria madre?
come se non con "cara mamma"? E'  tanto che non ti chiamo cosi,forse ti  ho chiamato  in una vita passata dove io e te siamo una figlia e una madre normali,vicine......
Mamma ti ho odiato a lungo,in modo feroce,velenoso di un veleno che s'appiccica all'anima,al cuore e non ti permette di amare nessuno,neanche me stessa; ti odiato quando ancora non sapevo cos'era l'odio,anche se ti volevo amare, perche' la mamma si ama,non si odia........la prima volta e' stata quando hai mandato via il babbo, ricordi? tu pittrice affermata,donna di classe e di successo,che giravi il mondo con i tuoi quadri,che eri osannata dalla critica, ti vergognavi di accompagnarti ad un"mediocre impiegato",un uomo semplice che si era spaccato la vita per permetterti la tua carriera. Ero piccola ma mi ricordo la porta che hai spalancato di fronte a lui per mandarlo via,il suo pianto,la sua disperazione e tu che gli ripetevi "Lia rimane,e' mia.".
Ti odiavo ogni volta che ci spostavamo,ogni nuova scuola,ogni nuova tata....mamma io ti volevo amare, eri bella,simpatica,divertente, tutti ti amavano,tutti ti cercavano......ma tu non volevi i miei baci,i miei abbracci,,mi guardavi senza vedermi,mai.
Ho capito che ti odiavo sai quando? quella sera che sei tornata a casa con Giorgio e mi hai detto"Lia,da ora in poi lui abitera' con noi", io ti volevo dire che era uno sconosciuto,che non mi piaceva come mi pizzicava le guance,che mi vergognavo,che mi mancavi......gia' i tuoi quadri ti portavano via da me,adesso anche lui......ti ho odiato ogni singola notte che Giorgio si alzava ed entrava in camera mia,quell'odio,un fuoco che ha dilaniato tante cose belle dentro di me....chissa' mamma se sapevi,se immaginavi....oppure quella passione,quell'amore divorante per i tuoi quadri ti accecava e ti rendeva cieca di fronte a tutto.
Sono sempre stata trasparente,invisibile per te,ti ero totalmente indifferente....c'e' stato un momento in cui ho voluto disperatamente che tu mi vedessi....ti ricordi? mi chiudevo in bagno e mi tagliavo continuamente,dappertutto con quello che trovavo....mamma sono arrivata a tagliarmi le vene perche' il rosso del mio sangue mi rendesse visibile, ma tu niente,mi hai accompagnato in ospedale e hai detto" si sa come sono gli adolescenti" e fine li.
Ti ho odiato quella mattina in cui vedevo nei tuoi occhi quella luce,quella brama famelica di prendere colori e pennelli e rinchiuderti nel tuo laboratorio e ti ho chiesto" mamma,mi dipingeresti?".
Sei rimasta silenziosa, mi osservavi,ma mamma ,ancora senza vedermi, poi ti sei alzata e ti sei chiusa dentro il tuo laboratorio. Io speravo che finalmente avrei capito cosa vedevi,cosa provavi per me....forse dovevo imparare il tuo linguaggio,forse era quella la chiave dell'amore e non dell'odio,imparare a parlare la tua lingua,fatta di colori,sfumature,ombre.
Sei uscita dopo due giorni, io ero seduta sotto il pergolato....ci sono rimasta per due giorni,perche' era diventato importante solo quel quadro,solo provare a intravedere attraverso i tuoi occhi chi ero,com'ero....se mi amavi oppure mi odiavi anche tu. Durante quei due giorni immaginavo la tua mano muoversi sinuosa con i pennelli,i movimenti sopra la tela, era affascinante solo guardarti davanti alla tavolozza dei colori.....
Sei uscita e mi hai detto" Lia vieni,e' finito". Mi sei passata accanto,stortita come dopo ogni lavoro finito,come dopo una notte d'amore.
Sono entrata,ero emozionata,molto emozionata,mi sembrava di essere ad un bivio importante,forse lo era : amore o odio. Ho guardato il tuo dipinto, reale,intenso,emozionante....e terribile e......mamma ho capito che mi odiavi anche tu,di un odio forse piu' terrificante del mio, piu' inquietante.
Non abbiamo mai parlato di quel dipinto,anzi ho cercato, senza riuscirci mai,di scordarmelo e invece ne avremmo dovuto parlare e forse le cose sarebbero state diverse.
Ti ho odiato quando ti ho detto di aspettare Duccio e tu mi hai detto "liberatene,sei troppo giovane" e poi hai ripreso a leggere il giornale.... allora mi sono alzata e me ne sono andata,per sempre........mamma Duccio e' stata la salvezza,il maestro d'amore, il guaritore della mia anima....la pancia cresceva e il cuore si purificava dell'odio,del dolore,della morte, mi preparavo ad essere madre......mamma ho imparato una delle cose piu' belle della vita: a ridere, a ridere la mattina perche' c'e' il sole, a ridere della prima nevicata invernale, a ridere con gli altri, a scambiare un sorriso con uno sconosciuto solo cosi' per donare qualcosa di me al mondo.......mamma non mi hai insegnato la bellezza del sorriso e tante altre cose non mi hai insegnato, adesso c'e' Duccio a insegnarmele.
L'odio mi ha scavato dentro dei vuoti terribili,lunghe caverne di pianto e dolore e ancora non sono guarita,ancora non ho imparato tante altre cose belle della vita e dell'amore, ma stamattina ho sentito che dovevo portare sulla tua tomba un fiore,mamma non ti ho piu' rivista viva dopo che me ne sono andata e tu non hai mai conosciuto l'amore della mia vita,anzi l'amore che dona la vita e Duccio....sai dipinge anche lui ed e' bravo,ha la tua luce negli occhi quando prende le matite,lo stesso ardore,la stessa passione; ma e' una luce calda,riscaldata dall'amore.....mamma stamattina sono venuta perche' per andare avanti devo perdonare, e forse l'ho fatto man mano che imparavo l'amore e l'odio svaniva come la nebbia,portato lontano dai miei nuovi giorni. Cara mamma certi mattini mi manchi,guardo la nebbia ed e' inafferrabile come te,incomprensibile e misteriosa e mi dolgo cosi' tanto di non aver interpretato il tuo mistero


Dedicato a Lia che ha imparato finalmente l'amore,lei che ha bruciato d'odio

lunedì 16 agosto 2010

-quando una fotografia fa sognare-

".....passa il vento
senza lasciare niente
-sono io
inesplicabile
fiato di vita
Sullo sfondo
dei miei sogni
un campanile veglia
l'ultim'ora della sera,
il quieto tramonto
a illuminare l'abbraccio
di due innamorati,
il saluto di un padre,
le lacrime di un
solitario.
Lontano respira
il vento,
le mie pagine
un saluto
o una promessa"

Guardando una foto di D.Bellani

sabato 14 agosto 2010

senza titolo-guardando un quadro di Lena Grilli

Un cielo ha le carezze del buio,
i miei singhiozzi di vetro
feriscono squarci di nubi e anima,
i sogni si dissanguano
d'illusioni e tremiti,
sulla mia mano
il tuo amore denudato;
imploriamo ancora
l'oscurita' di darci
stelle cadenti e desideri,
non mi strappate
questa illusione di blu
che mi accompagna
su gelide strade
e sterminata sterpaglia.
Siamo ubriachi di bugie,
bruciati dalla vendetta della vita,
una galassia perdera' ancora
una stella,
sulla mia mano
il tuo amore ferito,
singhiozza su fiori morti
e madri che uccidono,
sull'odio dei fratelli.....
tanti coltelli,
il vuoto dell'esistenza
riempito di sangue
e il blu,
quello dov'e' finito?
sono orfana del cielo
e delle sue stelle,
del mare e della
sua eternita',
sudicia di stupri
e perduto
il blu
-serre divelte
e giardini gravidi
di paure
Hanno bruciato bambini,
urla bianche disperse
nel buio,
nessuno ha voluto sentire,
sulla mia mano
il tuo amore da proteggere
mentre sogni il blu,
cenere maledetta
affonda nell'indifferenza
di sbarre e prigioni.
Dov'e' il cielo e le sue stelle?
dov'e' il blu e la sua innocenza?
Mi parve esistessero,
hanno nascosto
l'innocenza,
sulla mia mano
il tuo amore
non trema piu'