domenica 16 dicembre 2012

-giugno 2012- terremoto in Emilia

Abbracciava il buio
come l'ultimo porto sicuro
in una tempesta feroce,
sacrificava al cielo il sogno
come ricamare sul nulla
l'intera vita
o l'unico istante vissuto.
Vergogna sul petto
come una voragine
tra le linee di parole
mentre il respiro
sempre piu' nero
trema,trema
e stanze abbandonate
finestre spalancate
sulle ombre che restano
sulla strada.
Abbracciava il buio
come amico fidato
senza ricordare un bacio
e la sofferenza di
accarezzare la sua terra
e i fiori che sbocciarono
ancora e ancora
erano coraggio quelle mani
sole anche se erano migliaia
per salvare un angolo di cielo
tra il fango,ricercare
una melodia che facesse piangere
in quel silenzio cosparso di urla.
Abbracciava il buio
senza cuore,
un vagabondo della vita
che nulla sapeva
se non delle stelle
e del loro stare lontane,
straniere del dolore

venerdì 3 agosto 2012

se non resta

tu non conosci
quell'abbraccio
profumato dalla notte
e senza incantesimi
a chiuderti le labbra,
-silenzio sara'-
sara' l'ennesima
porta lasciata
socchiusa,come
quando bambina
sedevo sui gradini
ma con le dita sfioravo
il cielo,
di nuvole e arcobaleni
respiravo come
sospiri dorati
-senza perdermi mai-
tu non conosci
il gioco di sfumature
il ritornello di albe lucenti
che assomigliano
alle gote di angeli
assopiti sul ciglio
del passato senza aver
prima sognato

sabato 28 aprile 2012

se il buio ti resta accanto

Il cielo puo' apparire muto,
imprevisto d'un istante che
con si sofferma inquieto
perso nel tempo
e il silenzio puo' aggrapparsi
al via vai dei sogni storditi,
svuotati,corrosi da
colori violenti,
lampi di viola e blu
stravolgono questa
strada gia' abbandonata.
Saro' parole
che l'eco ruba alla polvere
senza che il buio
rapisca l'ultima
lacrima di questa notte
stretta tra le preghiere
di bimbi che cantano stelle.
Mi chiamero' pioggia
che come bacio si posa
sulla fronte,senza
lasciare dolore,
e vento piu' lieve
di un fremito sopra
le nuvole,mentre
capelli di fiori e rami
intrecciero' al tramonto
senza raccontare piu'
di citta' straniere e
ombre che le vivono"

sabato 14 aprile 2012

CIAO NUVOLO

Renzo ha piu' di novant'anni,li ha festeggiati a gennaio insieme agli 11 figli,ai 12 nipoti e ai 3 bis nipoti, e' stata una bella festa,ripeteva- che bella armonia c'e' oggi,che bellezza ho davanti gli occhi!-,una vita lunga non scevra di dolori,perdite,sacrifici e sofferenti decisioni. Ha lavorato una vita per la sua famiglia,purtroppo non riuscendo sempre a provvedere ad essa, alcuni figli erano stati mandati in collegio perche' non aveva da sfamarli,ed era stata una sofferenza indicibile per lui e per i figli-nessuno amava parlare di quei giorni tristi; altri figli erano stati costretti a lavorare da piccolini nei campi e a non metter quasi piede a scuola. Aveva amato moltissimo sua moglie, da cui aveva avuto 15 figli- deh a quei tempi non c'era mica la televione,che vuoi...!- quattro dei quali morti da piccoli. Era sempre stato una forza della natura,allegro,simpatico,amorevole,ma con un gran brutto carattere: se si metteva in testa qualcosa non c'era verso di fargli cambiare idea,dispettoso fino all'esasperazione. Quando era rimasto vedovo aveva fatto acciucchire i figlioli per i cimitero,nessuno andava bene,alla fine riusci a trovare un cimitero in collina dove la tomba della moglie sarebbe stata illuminata dal sole per gran parte del giorno. Si era anche  intestardito di sposare la badante della moglie-aveva gia' ottant'anni- per restare nella sua casa,sistemare la signora che non aveva permesso di soggiorno e farsi tranquillamente i fatti suoi. I figli fecero il diavolo a quattro su questo fatto,qualcuno provo' a dire che la giovane signora era sinceramente affezionata al vecchietto e lo curava amorevolmente,che il pover'uomo non possedeva niente e che ella non aspirava certo al patrimonio;ma non ci fu nulla da fare :ne i pianti di Renzo,ne altro;la signora fu licenziata e Renzo dovette decidere con chi andare dei figli, e lui gli fece vedere a tutti quanti i cosidetti sorci verdi. -Vengo da te- si trasferiva dal figlio e dopo 15 giorni cominciava a lamentarsi che la nuora era disordinata,che i nipoti facevano troppo casino,che in casa toccava fare tutto a lui,che non era libero di fare i suoi comodi. Così facendo cambio casa e figli 5 volte in un anno.
Renzo non aveva mai preso la patente, guidava un'ape verde e l'ha guidata fino a 85 anni suonati,rappresentando sotto tutti gli aspetti il piu' classico dei pericoli pubblici: cieco,sordo,poco avvezzo al codice stradale che per i suoi gusti si ingarbugliava sempre di piu'.
La mattina si alzava,si metteva il vestito buono- per tutta la vita giuro non l'ho mai visto senza cravatta e senza occhiali da sole-e prendeva la sua ape per gironzolare tutto il giorno; prima tappa sempre il cimitero per salutare la moglie.
Un giorno chiama un figlio e sornione gli fa- sto' andando a trovare i parenti di Grosseto,mi annoiavo-,il figlio-babbo ma c'andate col treno?-
-ma che treno e treno,un ci capisco nulla di quei cosi,sto' andando giu' con l'ape!-
-Babbo!!!!! non potete fare 150 km ad andare e altri 150 km per tornare! non...- Click, il vecchietto aveva attaccato il cellulare e l'aveva pure spento per evitare i soliti battibecchi coi figli. - si vedrai ho fatto pure l'autostrada, c'erano certi grulli che mi sfrecciavano intorno,poi si brontola che succedono gli incidenti-
Un giorno aveva vinto una piccola somma al lotto e tutto convinto era andato da un suo amico-si racconta un po' losco e parecchio grullo a eseguire l'ordini di Renzo-per farsi truccare l'ape- che ti pare posso andare a due??!! mi ci vole una giornata per spostarmi!-. Il tipo oltre ad avergli modificato il motore,l'aveva condotto- gli sembrava di essere forse sulle piste di formula uno?!-a fare una prova per una stradina poco battuta e soprattutto poco praticabile. Il risultato? alla prima curva l'ape lanciata a tutta velocita' si era ribaltata piu' volte su se stessa col vecchietto dentro fino a diventare una bella scatoletta di latta! Renzo si era fratturato la spalla e sfracassato quella sua testaccia dura ma niente di piu'- E sono i figlioli che mi rompono i c******i,ma cosa volete che sia?! un piccolo imprevisto!- E giu' a litigare per fargli lasciare definitivamente l'ape in garage. esasperati i filgi escogitarono uno stratagemma: manomettere il motore e far dire al meccanico di fiducia che ormai era da buttar via. Certi che tutto si sarebbe risolto misero fuori uso il motore.
Il buon Renzo rimessosi dall'incidente si reco'dal meccanico e questo lesto gli disse che il motore,pace all'anima sua,l'aveva lasciato e che si doveva rassegnare a lasciar l'ape dentro il garage. Renzo non fece una piega,dopo qualche giorno torno' dal meccanico con un gran sorriso- Sono stato alla Piaggio ho comprato un altro motore,adesso ce l'ho metti nuovo,a me l'ape serve!!!-
Un altra passione di Renzo era la caccia: durante il periodo lo vedevi sempre per boschi col suo fucile e l'immancabile cravatta-mica devo essere scialbo solo perche' incontro solo cinghiali!- e i figlioli con il crepacuore che combinasse qualche disgrazia e invece d'ammazzare un cinghiale ammazzasse un cristiano-la vista quella si l'aveva abbandonato da un po....- . Alla fine i piccoli acciacchi l'avevano convinto a smettere con la caccia-appese al chiodo la carabina a 88 anni-; abbandonata l'ape,tolta la caccia Renzo trovo ben presto il sistema di impegnare la giornata: esisteva una stupenda invenzione,l'abbonamento del pulman per poter scorrazzare liberamente senza il controllo dei figli, la briscola con gli annessi trofei e la misericordia dove allegramente Renzo andava a trascorrere i pomeriggi insieme a "tutta quella bella gioventu'!"
Un giorno i figli ricevono una chiamata dai carabinieri: Renzo e' rimasto coinvolto in una rissa dentro a un circolo ed e' al pronto soccorso perche' l'hanno gonfiato come una zampogna. Come un tam tam i cellulari squillano per mezza Toscana tra i figli per avvisarsi e per capire come diavolo ci fosse finito in una rissa; la verita' era in bocca al barista,Renzo aveva scommesso un boero con un tizio un po strambo,chi vince tre briscole ha diritto a un boero. Renzo astutissimo giocatore l'aveva letteralmente stracciato,ma il tipo credendo d'aver davanti un innocuo e rimbambito vecchietto non gli voleva comprare sto' fottuto boero e Renzo offesissimo aveva alzato un polverone:lui aveva vinto le briscole e VOLEVA IL BOERO, il perdente non aveva onore,mancava alla parola data;per chetarlo il tizio l'aveva spintonato,il vecchietto era cascato offendendolo con tutte le parolacce possibili e spaccandosi la testa contro un tavolo. Proverbiale rimase la nipote attrice di Renzo,che avvisata dell'incidente, abbandono' il teatro dove provava lanciando il copione alla prima malcapitata urlandole-stasera vacci te in scena-e saltando in auto corse a tavoletta all'ospedale con bellicose intenzioni contro il mostro che aveva osato sfiorare il nonno.
Nell'invecchiare Renzo aveva maturato una paura terribile della malattia e della morte,ripeteva che se la morte fosse venuta lui si sarebbe nascosto per non farsi acchiappare,lui non voleva ancora morire- c'ho da fare ancora tante cose!-
Dieci giorni prima di pasqua Renzo si e' sentito male ed e' stato ricoverato in ospedale dove la piu' terribile delle risposte e' stata data ai figli:-e' un cancro dobbiamo operare subito- Alle obiezioni dei figli sull'eta' avanzata i dottori avevano risposto che Renzo aveva gia' deciso da solo essendo pienamente cosciente e soprattutto gli aveva chiesto di guarirlo perche' aveva da fare tante cose-che cosa avesse ancora da fare a novant'anni non era chiaro(...." cara mia c'ho da vivere,da assaporare il tepore del sole,il pungere delle gelate, da accarezzare ancora e ancora.....).
Ai medici aveva chiesto perentorio-dovete dire tutto a me,mica ai miei figli...!-
-Renzo avete un tumore grosso,lo dobbiamo togliere- Renzo aveva pianto dalla paura,aveva fatto giurare ai dottori che l'avrebbero guarito e rimandato a casa- Se vi comportate bene ci sara' cinghiale per tutti!-. L'avevano operato e tutto era andato bene, Renzo si era risvegliato meglio di un ventenne,con la sua solita voglia di scherzare- Appena esco di qui si fa una bella festa,si fa una scorpacciata!- ripeteva ai figli e nipoti che non l'avevano mai lasciato solo e giu' di battute e barzellette. Le preghiere di tutti che Renzo restasse ancora un po con noi erano state ascoltate.
I medici erano seri e parlando con i figli avevano rivelato che Renzo non stava bene come sembrava,ma anzi peggiorava di minuto in minuto,si dovevano preparare al peggio e inziare a salutarlo.
La mattina di Pasqua alle cinque Renzo si era svegliato e aveva chiamato l'infermiera- ho fame mi puo' portare la colazione?- Renzo non poteva mangiare niente,l'infermiera per tenerlo buono gli aveva risposto-dopo ti porto un po di the',ma dopo-
- Senta il the' lo prenda lei, a me andrebbe un panino con il salame,e' possibile?-.
Piu' tardi nella mattinata i figli furono chiamati con urgenza perche' Renzo aveva un'emoragia interna ,doveva essere operato di nuovo. Alla fine dell'intervento il chirurgo non pote' far altro che chinare il capo e dire sommessamente ai figli che Renzo era in coma,che non soffriva piu' ma che non si sarebbe piu' svegliato.
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Renzo( nome di fantasia) era mio nonno. E' morto nel pomeriggio di Pasqua circondato dai figli e dai nipoti, avrei altre mille cose da raccontare di lui,ma voglio finire come lui voleva: "quando io muoio non voglio pianti,tragedie,torno a stare accanto all'amore e voi dovete fare una festa in mio onore e ridere e amarvi". CIAO NUVOLO

lunedì 12 marzo 2012

ADDII E ALTRE STORIE

Promisi a quell'addio
il ricordo della nebbia
che consolava,una mano
cercava la tua,
perdonai quei binari
e il loro viaggio alla vita,
un abbraccio vagava
in una sala vuota
e neppure una parola
ne uscì.
Serbavo tra le dita
i tuoi sguardi 
come pagina
da ripiegare
e gettare via,
 un bacio
stringe due innamorati 
e se chiudo gli
occhi la tua voce
e' accanto a questo addio
senza pianti 
-sono prigione di altri dolori



potesse finire
questo desiderio d'ombre
e il rannuvolarsi
della sera su se stessa
come bimba che cerca una carezza
o il mio pensarti tra lame di luce
col pulviscolo dei dimenticati
sulla parete vuota

martedì 6 marzo 2012

L'ADDIO DEI PAZZI

Cosa resta della pioggia
in spruzzi di cielo
racchiusi in pizzi d'argento,
le lacrime di una canzone,
petali di fiori strappati
e poi baciati ad uno ad uno,
come un addio.
Cosa resta della cecita' del tramonto
la corsa delle dita sul pianoforte
e un sorriso disilluso su
un palco di spettri,
parole come un addio
senza sole senza fiori.
Piange la tua poesia
di amori finiti di
madri senza figli
di speranze che camminano
sui confini del mondo,
come un addio allegro
senza i rimpianti di chi
mai ha vissuto

giovedì 19 gennaio 2012

I PRATI DEL MARE


Fauci d'acqua e pietra
ingoiano i sogni
di questa notte,
... ciechi senza un alba
sopra i prati del mare;
il mio terrore sputa impazzito
tanti ricordi racchiusi in preghiere
concitate e quel
pianto di scogli tra le lamiere
come geme tra le luci e i valzer;
come trema la mia mano
sull'uncinetto del cielo
a cui vogliono portare via le stelle
e che niente sa.
E' un buio cosi' buio
che strappa l'abbraccio di
un padre e di una figlia,
e' un oscurita' eterna di
pareti d'oceano che
si portano lontano il viso
della mia mamma,
volteggia il suo sorriso
tra fiori di corallo e conchiglie
che non sanno piangere
-forsen domani giochero' ancora.
I prati del mare
stanno a guardare terrore
e codardia e questa prigione
senza perche',
torneranno ancora i fiori.
Mi aggrappo forte,a tutto,
forse solo ad una vita gia' trascorsa,
ho paura di morire,
anche se resta un attimo
e poi piu' niente
-non vedro' piu'
tramonti trafitti di rosso e oro,
non sentiro' le lacrime
cucirsi al mio dolore.
Il Giglio chinera' il capo
tra le nebbie e resteremo
in attesa di un bacio dal cielo

"per i morti della Concordia"