lunedì 30 agosto 2010

CANTO DELL'ASSURDO

risuona la parola dell'Autunno
musica di foglie e rami spogli
e il sussurro di gelate sulle zolle
dei miei pensieri
Ti penso e ora
i ricordi danzeranno
tra viali vuoti e banchine
lasciate sole dagli innamorati
Ti ho imprigionato sulle spalle
della solitidne,
ella vola tra vecchie foto
e fiori senza piu' profumo,
perdo tra le mani il tuo sorriso
come un amante ammalia
il mio sguardo
L'ultimo orizzonte si perde
tra fiori e nebbia,
lacrime la rugiada sull'erba,
i miei passi s'incatenano
alle vie del cielo, tra
le nuvole sogni ancora acerbi
di bimbi, girotondi
di mani e piedi,
ho sete di parole e silenzi,
gia' sazi del parlare,
lune, come solitudini lontane
e sere a portarmi dono
della mancanza.
Eco di te
oltre il domani e
il bosco dei desideri,
tra le corse senza tempo
dei lupi e schegge di stelle

sabato 28 agosto 2010

VIVERE CON SORELLA NUVOLA

Sono seduta accanto alla finestra,e' venerdi sera, in ufficio non c'e' piu' nessuno e mi piace il silenzio, io che ho imparato ad amarlo dopo anni di urla,di pianti strazianti,amo il silenzio invaso dal vento dell'autunno, dai passi lontani di qualcuno che passeggia godendosi questo autunno ancora tiepido. Guardo fuori dalla finestra il cielo e le sue nuvole, amo anche le nuvole perche' sono come mia sorella, io ho una sorella nuvola.....
Cerco di concentrarmi sugli ultimi documenti,ma le nuvole mi affascinano,mi perdo con loro nella loro corsa senza meta, fantastico sulle bellezze che vedono da lassu'.......e poi ricordo l'oggi e ieri, il dramma e la pace, la disperazione e la speranza, la forza che ti viene se hai una sorella come la mia,una sorella nuvola.
Ricordo io e Clelia, bambine- Clelia,Clelia delle mie brame che e' la piu' bella del reame?-
-Tu sei la piu' bella del reame!-,e tutti gli altri giochi,mamma e papa' e la nostra vita perfetta,la migliore per me.
A volte Clelia era strana,ma poi passava e nessuno ci faceva piu' caso;ma Clelia non era strana,era malata.
-Clelia,Clelia delle mie brame, chi e' la piu' bella del reame?-
-Tu sei la piu' bella del reame!- era il nostro segreto,il nostro gioco e poi l'abbraccio e via di corsa verso altre avventure,altri sogni,altre novelle.
Clelia,e' bella,era bella,bionda,occhi scuri e risata squillante....a volte era rabbiosa,cosi' senza motivo e spaccava tutti i giocattoli, oppure era sfaticata,le maestre la sgridavano perche' era sempre distratta,ma poi tutto passava e noi guardavamo alla vita,alla nostra splendida fiaba.
La mia sorella nuvola,come una nuvola passa lenta e candida e un attimo dopo e' nera e tempestona,rabbiosa contro il cielo che le appare prigione, a volte grigia e triste,promette temporale e dolore...ma come' bella una nuvola quando rosseggia d'un tramonto, sembra indossare l'oro.
Clelia verso i tredici anni e' diventata strana,diversa,sempre, ogni giorno e ha cominciato a farmi paura.
-Clelia,Clelia delle mie brame, chi e' la piu' bella del reame?-
Ma Clelia non mi rispondeva piu',urlava e piangeva,poi diventava cattiva,improvvisamente, senza motivo e scatenava il temporale,scatenava il dolore.
Un giorno candida nuvola,un giorno nera e crudele,gonfia di pioggia e veleno.
Avevo paura di questa piccola estranea che girava per casa,che dormiva nel letto accanto al mio. Non giocavo piu' e anche papa' e mamma avevano paura,eravamo alla fine della nostra fiaba,ma ancora non era arrivato per noi "e vissero felici e contenti."
Dopo qualche tempo ti portarono in ospedale perche' quelle reazioni di rabbia inspiegabili ad ogni sfumatura di vita non erano piu' solo stranezze,periodi no, la crisi da adolescenti.
Sei stata via un giorno intero,io ti aspettavo a casa e avevo paura,non la volevo quella sorella cattiva,quei temporali paurosi nella mia vita.
Siete tornati ed io preparavo cena.
La mamma piangeva,piangeva forte come non le avevo mai visto fare,neanche quando sono morti i nonni.
Il papa' era impietrito, ho avuto terrore in quel momento,terrore perche' papa'sfuggiva il mio sguardo e gli tremavano le mani,tanto,cosi tanto che gli son cadute sul pavimento le chiavi.
Solo tu Clelia mi sei corsa incontro e m'hai abbracciato; irrazionalmente avrei voluto sussurrarti piano
-Clelia,Clelia delle mie brame chi e' la piu' bella del reame?-, ma non l'ho fatto,mi son fatta stringere, al di sopra delle tue spalle,vedevo uno scorcio di cielo dalla porta aperta e tante nuvole,l'una diversa dall'altra solcare l'azzurro,ma ancora non sapevo,ancora non capivo la mia sorella nuvola.
Schizofrenia ad esordio precoce. Questa la diagnosi repentina,senza appello.
E insieme tante parole senza senso,senza sostanza,senza aiuto......"estremamente rara nell'infanzia";"grave riduzione nell'esprimere emozioni".........che significa quando parlano di Clelia? quando parlano di tua sorella,tua madre,tuo fratello?
Quella notizia come un'esplosione ha distrutto-io lo pensavo-la nostra fiaba,lasciando solo rovine,solo deserto intorno,perche' alle nuvole e' difficile arrivare,fa paura avvicinarle, soli noi quattro e soli tra noi quattro con le tue urla,i tuoi pianti, i deliri e quella terribile apatia che ti rendeva un guscio vuoto.
Ricordo una notte al buio, Clelia dormiva e poi si e' svegliata tutta agitata, respirava affannosa,sembrava aver aperto gli occhi su qualcosa di mostruoso-era Clelia forse la realta'? la tua solitudine?-
-Clelia che c'e'?-
-Le voci-
-Che voci?-
-Le voci. Mi sgridano continuamente e mi dicono che sono stupida, non mi fanno dormire.-
Spettatrice di sofferenza e dolore....io una sorella nuvola non la volevo,ancora non avevo capito e sono scappata. Vent'anni e l'universita',Vent'anni e la spensieratezza, Vent'anni e l'incomprensione.
Me ne sono andata in un'altra citta',in un'altra vita,in un altra famiglia,quella di Lucio...speravo in un'altra fiaba.
Ma la mia Clelia mi mancava tanto,ero spezzata dai sensi di colpa per aver abbandonato la mia famiglia, mamma in lacrime e papa' impietrito,nonostante gli anni.
Cosi una mattina sono arrivata all'universita', Lucio mi aspettava nell'atrio, l'ho abbracciato il mio amore e gli ho detto-torno a casa-e lui che invece gia' sapeva e amava la mia sorella nuvola mi ha risposto-cerca un appartamento anche per noi.
Il viaggio in treno mi e' sembrato lungo e breve insieme,un'altalena di emozioni
paura e gioia
rabbia e desolazione
rimpianto, profondo un abisso per la mia fiaba.
Sono arrivata davanti al cancello di casa,nessuno sapeva che arrivavo.
Clelia era seduta sul dondolo di fronte a me, mi ha visto e mi e' corsa incontro-nuvola soffice candida serena ti stava per baciare il tramonto e l'oro avevi negli occhi-e mi ha abbracciato,la ragazza che si confondeva con l'immagine della bambina con la coda,ma era proprio mia sorella,la mia Clelia,questa volta ho sussurrato piano
-Clelia,Clelia delle mie brame chi e' la piu' bella del reame?-
-Tu, grazie di essere tornata.-
Abbiamo pianto e intanto guardavo il cielo,le nuvole.....ognuna diversa dall'altra,ognuna speciale e unica e ho capito che la mia fiaba,sarebbe stata " C'era una volta una bambina nuvola che poteva essere candida e serena oppure tempestosa e furente,ma mostrare rara bellezza se baciata dalla luce del sole".
Da li ho trovato la forza,il coraggio di amare la mia sorella nuvola,di ricostruire la mia fiaba,di aiutare me e Clelia.
La seguo nelle cure,quando sta' male non vuole prendere medicine e invece l'aiutano e deve farlo; ho trovato un centro diurno dove Clelia sta' bene....ha imparato a ricamare ed e' brava,dice che quando ricama le voci non la infastidiscono piu' come prima; guardo la mia sorella nuvola,candida,burrascosa,splendente e paurosa e adesso non ho piu' paura.

domenica 22 agosto 2010

LETTERA AD UNA MADRE

Come si comincia una lettera alla propria madre?
come se non con "cara mamma"? E'  tanto che non ti chiamo cosi,forse ti  ho chiamato  in una vita passata dove io e te siamo una figlia e una madre normali,vicine......
Mamma ti ho odiato a lungo,in modo feroce,velenoso di un veleno che s'appiccica all'anima,al cuore e non ti permette di amare nessuno,neanche me stessa; ti odiato quando ancora non sapevo cos'era l'odio,anche se ti volevo amare, perche' la mamma si ama,non si odia........la prima volta e' stata quando hai mandato via il babbo, ricordi? tu pittrice affermata,donna di classe e di successo,che giravi il mondo con i tuoi quadri,che eri osannata dalla critica, ti vergognavi di accompagnarti ad un"mediocre impiegato",un uomo semplice che si era spaccato la vita per permetterti la tua carriera. Ero piccola ma mi ricordo la porta che hai spalancato di fronte a lui per mandarlo via,il suo pianto,la sua disperazione e tu che gli ripetevi "Lia rimane,e' mia.".
Ti odiavo ogni volta che ci spostavamo,ogni nuova scuola,ogni nuova tata....mamma io ti volevo amare, eri bella,simpatica,divertente, tutti ti amavano,tutti ti cercavano......ma tu non volevi i miei baci,i miei abbracci,,mi guardavi senza vedermi,mai.
Ho capito che ti odiavo sai quando? quella sera che sei tornata a casa con Giorgio e mi hai detto"Lia,da ora in poi lui abitera' con noi", io ti volevo dire che era uno sconosciuto,che non mi piaceva come mi pizzicava le guance,che mi vergognavo,che mi mancavi......gia' i tuoi quadri ti portavano via da me,adesso anche lui......ti ho odiato ogni singola notte che Giorgio si alzava ed entrava in camera mia,quell'odio,un fuoco che ha dilaniato tante cose belle dentro di me....chissa' mamma se sapevi,se immaginavi....oppure quella passione,quell'amore divorante per i tuoi quadri ti accecava e ti rendeva cieca di fronte a tutto.
Sono sempre stata trasparente,invisibile per te,ti ero totalmente indifferente....c'e' stato un momento in cui ho voluto disperatamente che tu mi vedessi....ti ricordi? mi chiudevo in bagno e mi tagliavo continuamente,dappertutto con quello che trovavo....mamma sono arrivata a tagliarmi le vene perche' il rosso del mio sangue mi rendesse visibile, ma tu niente,mi hai accompagnato in ospedale e hai detto" si sa come sono gli adolescenti" e fine li.
Ti ho odiato quella mattina in cui vedevo nei tuoi occhi quella luce,quella brama famelica di prendere colori e pennelli e rinchiuderti nel tuo laboratorio e ti ho chiesto" mamma,mi dipingeresti?".
Sei rimasta silenziosa, mi osservavi,ma mamma ,ancora senza vedermi, poi ti sei alzata e ti sei chiusa dentro il tuo laboratorio. Io speravo che finalmente avrei capito cosa vedevi,cosa provavi per me....forse dovevo imparare il tuo linguaggio,forse era quella la chiave dell'amore e non dell'odio,imparare a parlare la tua lingua,fatta di colori,sfumature,ombre.
Sei uscita dopo due giorni, io ero seduta sotto il pergolato....ci sono rimasta per due giorni,perche' era diventato importante solo quel quadro,solo provare a intravedere attraverso i tuoi occhi chi ero,com'ero....se mi amavi oppure mi odiavi anche tu. Durante quei due giorni immaginavo la tua mano muoversi sinuosa con i pennelli,i movimenti sopra la tela, era affascinante solo guardarti davanti alla tavolozza dei colori.....
Sei uscita e mi hai detto" Lia vieni,e' finito". Mi sei passata accanto,stortita come dopo ogni lavoro finito,come dopo una notte d'amore.
Sono entrata,ero emozionata,molto emozionata,mi sembrava di essere ad un bivio importante,forse lo era : amore o odio. Ho guardato il tuo dipinto, reale,intenso,emozionante....e terribile e......mamma ho capito che mi odiavi anche tu,di un odio forse piu' terrificante del mio, piu' inquietante.
Non abbiamo mai parlato di quel dipinto,anzi ho cercato, senza riuscirci mai,di scordarmelo e invece ne avremmo dovuto parlare e forse le cose sarebbero state diverse.
Ti ho odiato quando ti ho detto di aspettare Duccio e tu mi hai detto "liberatene,sei troppo giovane" e poi hai ripreso a leggere il giornale.... allora mi sono alzata e me ne sono andata,per sempre........mamma Duccio e' stata la salvezza,il maestro d'amore, il guaritore della mia anima....la pancia cresceva e il cuore si purificava dell'odio,del dolore,della morte, mi preparavo ad essere madre......mamma ho imparato una delle cose piu' belle della vita: a ridere, a ridere la mattina perche' c'e' il sole, a ridere della prima nevicata invernale, a ridere con gli altri, a scambiare un sorriso con uno sconosciuto solo cosi' per donare qualcosa di me al mondo.......mamma non mi hai insegnato la bellezza del sorriso e tante altre cose non mi hai insegnato, adesso c'e' Duccio a insegnarmele.
L'odio mi ha scavato dentro dei vuoti terribili,lunghe caverne di pianto e dolore e ancora non sono guarita,ancora non ho imparato tante altre cose belle della vita e dell'amore, ma stamattina ho sentito che dovevo portare sulla tua tomba un fiore,mamma non ti ho piu' rivista viva dopo che me ne sono andata e tu non hai mai conosciuto l'amore della mia vita,anzi l'amore che dona la vita e Duccio....sai dipinge anche lui ed e' bravo,ha la tua luce negli occhi quando prende le matite,lo stesso ardore,la stessa passione; ma e' una luce calda,riscaldata dall'amore.....mamma stamattina sono venuta perche' per andare avanti devo perdonare, e forse l'ho fatto man mano che imparavo l'amore e l'odio svaniva come la nebbia,portato lontano dai miei nuovi giorni. Cara mamma certi mattini mi manchi,guardo la nebbia ed e' inafferrabile come te,incomprensibile e misteriosa e mi dolgo cosi' tanto di non aver interpretato il tuo mistero


Dedicato a Lia che ha imparato finalmente l'amore,lei che ha bruciato d'odio

lunedì 16 agosto 2010

-quando una fotografia fa sognare-

".....passa il vento
senza lasciare niente
-sono io
inesplicabile
fiato di vita
Sullo sfondo
dei miei sogni
un campanile veglia
l'ultim'ora della sera,
il quieto tramonto
a illuminare l'abbraccio
di due innamorati,
il saluto di un padre,
le lacrime di un
solitario.
Lontano respira
il vento,
le mie pagine
un saluto
o una promessa"

Guardando una foto di D.Bellani

sabato 14 agosto 2010

senza titolo-guardando un quadro di Lena Grilli

Un cielo ha le carezze del buio,
i miei singhiozzi di vetro
feriscono squarci di nubi e anima,
i sogni si dissanguano
d'illusioni e tremiti,
sulla mia mano
il tuo amore denudato;
imploriamo ancora
l'oscurita' di darci
stelle cadenti e desideri,
non mi strappate
questa illusione di blu
che mi accompagna
su gelide strade
e sterminata sterpaglia.
Siamo ubriachi di bugie,
bruciati dalla vendetta della vita,
una galassia perdera' ancora
una stella,
sulla mia mano
il tuo amore ferito,
singhiozza su fiori morti
e madri che uccidono,
sull'odio dei fratelli.....
tanti coltelli,
il vuoto dell'esistenza
riempito di sangue
e il blu,
quello dov'e' finito?
sono orfana del cielo
e delle sue stelle,
del mare e della
sua eternita',
sudicia di stupri
e perduto
il blu
-serre divelte
e giardini gravidi
di paure
Hanno bruciato bambini,
urla bianche disperse
nel buio,
nessuno ha voluto sentire,
sulla mia mano
il tuo amore da proteggere
mentre sogni il blu,
cenere maledetta
affonda nell'indifferenza
di sbarre e prigioni.
Dov'e' il cielo e le sue stelle?
dov'e' il blu e la sua innocenza?
Mi parve esistessero,
hanno nascosto
l'innocenza,
sulla mia mano
il tuo amore
non trema piu'

venerdì 30 luglio 2010

Dalla nebbia

Si scuce l'anima
sul pensiero di un addio,
non riesco a guardarti negli occhi,
ripiegate le illusioni sono perse
per strade assolate e l'ansia di vivere.
Il mio silenzio sfugge
al tuo rubare il senso delle cose,
non riesco a guardarti negli occhi,
e' paura di trovare me e l'aurora
che deve nascere
e resta ferma ai margini della notte.
E' toccare la tua mano
e temere di sentire gli stessi graffi della vita,
dubitare dei battiti del cuore,
sentirli stonati dallo strana dolcezza,
non riesco a guardarti negli occhi,
vaga lo sguardo sulla nebbia a cercare
una trama da raccontare.
Stasera cancellarmi,essere nulla,
soffio di vento che se ne va,
non riesco a guardarti negli occhi,
le tue parole che mi tengono qui
a tamponare mille istanti stanchi
e lascio andare via il vento,
m'attardo nei tuoi pensieri


E' autunno.Siamo venuti al mare e la spiaggi è deserta,ci siamo solo io e te e tra noi un silenzio,che ferisce piu' delle parole.
Camminiamo vicini,ma distanti,separati da una rabbia che graffia non solo la pelle,ma anche il cuore.
Il vento soffia piano,sembra non ci voglia disturbare e sussurra alle mie orecchie parole tristi.
Ogni tanto mi volto a guardare le nostre impronte sulla sabbia, al percorso che abbiamo fatto nella vita,alle promesse,ai sogni...sembra ieri e invece sono trascorsi anni.
Cammini un po avanti a me,con la tua andatura un po' stramba,potrei chiudere gli occhi e descrivere alla perfezione ogni passo,ogni movimento che fai.
I ricordi sono come le onde, che accarezzano la battigia....cosi i nostri ricordi mi accarezzano il cuore.....mi tornano alla mente altre passeggiate e il modo in cui ti voltavi e mi sorridevi,come se non esistessi che io.
Sei triste,straziato da un dolore che non conosce sollievo...la vita,ancora una volta ha reclamato il suo tributo e ci ha portato via qualcuno che amiamo,lasciandoci soli e disperati.
Sono notti che non dormiamo,i fantasmi del passato ci addolorano con mille rimpianti. Ti sento muoverti insofferente accanto a me e poi alzarti e uscire nella notte. Ti seguo e tu maledici il cielo,la terra,e maledici anche me e il mio amore:il mio solo essere accanto a te ti espone al rischio della sofferenza. Sono parole dure, fredde che mi fanno tremare e feriscono come tu solo sai fare. Resto vicina a te,in silenzio,so che sono il bersaglio piu' facile della tua rabbia,del tuo odio. Il tuo è un dolore antico,che viene da lontano, mescolato ai giochi del passato, a giornate trascorse tra filari di viti.
Passa cosi' un altra notte infinita,senza lacrime,ne' tue ne' mie. Inizia una nuova giornata, io sento dolere l'animo,mi pare che il mio amore non basti a ridarti serenita', ti prendo per mano ed è pace,ma dura un attimo, un solo secondo,di nuovo i tuoi occhi sono persi nel vento.
Continuiamo a camminare sulla spiaggia,il vento soffia un po piu' forte,adesso sembra lamento, un pianto che arriva da lontano.
I miei occhi sono persi nei tuoi,miriadi di pensieri e di nomi senza tempo, mentre nel cielo si disegna lo stormo dei gabbiani e il silenzio ci allontana un po' di piu.

giovedì 29 luglio 2010

CIAO ROCKY

Ciao Rocky
sei stato davvero un bravo cane,il migliore che mi poteva capitare. Adesso non ci sei piu',questo e' il mio saluto,spero che dove andrai ci siano prati belli grandi dove correre spensierato e tanti bocconcini da mangiare.
Vorrei esistesse un paradiso dei cani e vorrei saperti gia' li' sereno e contento,so che poi un giorno ci ritroveremo e sarai di nuovo il mio cane.
Sei stato il mio migliore amico,spesso l'unico che mi amava semplicemente perche' eravamo insieme,senza motivi
o bisogni se non volersi bene.
Mi rimangono tanto ricordi a tenermi compagnia al tuo posto:come ti piaceva correre e saltare, come amavi stenderti al sole a scaldarti, come ti piaceva stare vicino al camino acceso.
Ti parlavo tanto,tutti ridevano di questo,ma noi lo sappiamo che davvero mi ascoltavi.
Quante volte ti abbracciavo e piangevo per i dispiaceri piccoli e per i dolori grandi,quelli che ti schiacciano il petto e ti tengono svegli di notte.
Quante notti passate cosi....quando le lacrime erano finite, ti accovacciavi in fondo al letto,sembrava aspettassi che mi addormentassi prima di farlo anche tu.
Io oggi non vorrei piangere,perche' ho la stupida convinzione che mi puoi ancora vedere e dispiacerti per me.....adesso non posso piu'vedere la tua coda scodinzolare e capire che sei contento e stai bene.....nel dubbio non voglio piangere.
Eri malato da tanto e ho sempre sperato di non doverti veder soffrire,speravo ti addormentassi sereno dopo una carezza e nella notte un sogno ti portasse via.Così non e' stato e spero che non tu abbia sentito troppo dolore.
Mio piccolo amico so che hai perdonato le mie mancanze, noi esseri umani siamo così stupidi rispetto a voi cani....pero' te lo dico lo stesso: perdonami quando ti ho sgridato senza motivo perche' ero nervosa, perdonami per tutte le volte che ti ho dedicato poche attenzioni perche' ero impegnata in cose che mi parevano piu' importanti.
Grazie della tua amicizia e del tuo amore, sono stata fortunata a scoprire quanto bene puo' portare nella vita un piccolo amico e lo auguro a tutti di poter conoscere l'amicizia speciale tra un uomo e un cane.
Ti ho voluto tantissimo bene e mi mancherai, la mia preghiera e' un giorno ritrovarci in cielo e averti vicino per l'eternita'.
CIAO ROCKY

lunedì 26 luglio 2010

senza titolo-per un anniversario

m'hanno accecato
per impedirmi i sogni,
spezzate le ossa al vento delle illusioni,
resto ancora a i margini,
sul ciglio dell'abbandono
a bagnare polvere
d'amarezza,
su spiagge deserte
che tendono le braccia
al cielo nero,
non si turba lui
del mio ingoiare
stupri sconosciuti
e di doglie sterili
a urlare nel nulla.
E' un battesimo ai dannati
passi immobili sugli
inferi di queste strade
dove viene perduta
l'innocenza.
Resto al margine di ogni luccicanza
che inganna il cuore,
dell'insignificanza di ogni
promessa......
la mia una follia:
che un istante possa essere infinito
sotto un cielo di stelle

" si puo' perdonare,ma dimenticare mai"

domenica 18 luglio 2010

IL BAMBINO DEI BRUCHI

Il bambino era vestito di stracci,tutti sudici di terra,talmente laceri da non capire di cosa si trattasse, viveva in un buco scavato nella terra,all'interno di una baracca nel bosco. Non aveva nome,il vecchio che stava con lui lo chiamava Bambino e lui si faceva chiamare Nessuno.
Le sue giornate trascorrevano dentro il buco,circondato da terra, bruchi e ragni,in un'eterna penombra e aria pesante,ma lui non ci faceva caso,anzi amava i bruchi,erano i suoi amici. Usciva solo la notte,quando Nessuno lo chiamava per mangiare con lui.
Il vecchio lo aveva rubato quando era piccolissimo,ma lui non lo sapeva perche' aveva sempre vissuto nella terra e nella penombra,anzi credeva che tutto il mondo fosse quell'umidita' che s'incolla alla pelle,quello sporco che non andava piu' via. Il vecchio era un ladro di cose,emozioni e anche di bambini.
Un giorno aveva visto la gioia e l'aveva rubata,solo perche' gli piaceva,l'aveva portata nella baracca e appesa al soffitto per guardarla quando pareva a lui....dopo un po' il calore e la luce si erano spente,ma il vecchio aveva continuato a tenere appesa il nastro ormai logoro.
Lui rubava tutti i giorni poi tornava nella sua foresta scura e legava con nastri e fili le emozioni, oppure le rinchiudeva nelle scatole dai colori e dalle forme piu' strane; rubava gioielli,specchi, fogli candidi, sete; tutto cio' che lo colpiva e che gli piaceva,senza soffermarsi sul vuoto che lasciava,sul buio che seminava lungo il suo cammino.
Un giorno mentre camminava ai margini del bosco aveva visto il bambino,gli era piaciuto il suo pianto stridulo e il sorriso che aveva rivolto alla donna che l'aveva sollevato dalla culla,aveva sentito il profumo di neonato e senza pensarci troppo aveva seguito da lontano la donna mentre rientrava in casa. Appena era scesa la notte era entrato e aveva portato via il fagottino.
Rientrato nella sua baracca aveva pensato a lungo dove metterlo,non voleva legarlo coi nastri e neanche gli piaceva l'idea di metterlo in una scatola,lo voleva vederlo bene e con comodita'; cos' aveva pensato al buco nella terra. Cosi il bambino era stato sistemato nella terra,tra i bruchi e i ragni,il vecchio lo tirava su quando lo voleva guardare o voleva darli da mangiare; quando era stato piu' grande gli aveva detto che il suo nome era Bambino e lui era Nessuno. Erano passati gli anni, inverni ed estati,temporali e nevicate e il bambino sempre circondato dalla terra umida,dagli amici bruchi con cui giocava; non soffriva il bambino,anzi la terra e la penombra erano il suo cantuccio,il suo rifugio, l'aria greve lo faceva assopire e lo rincuorava,non conosceva nient'altro,quella terra,quei bruchi erano la sua famiglia,il suo caminetto acceso.
Era arrivata la guerra,la terra tremava,ma il piccolo non aveva paura,l'umidita' che lo infradiciava tutto era la stessa di sempre e alla fine si era abituato.
Un giorno Nessuno era uscito la mattina molto presto,ma alla sera non aveva fatto ritorno, il bambino non aveva sentito i suoi passi pesanti farsi vicini al capanno, il malandato uscio richiudersi pesantemente alle spalle del vecchio. A volte capitava che il vecchio stava via per tanto,tanto tempo anche se lui non sapeva cosa significasse il tempo,ma conosceva la fame,quel logorio che gli stringeva la pancia se Nessuno ritardava nel portargli il cibo. Il bambino non si era preoccupato,c'erano i bruchi con lui che si contorcevano nella terra,sparivano e riapparivano e lui li' incantato a guardare quella danza di terra e fogli marce.
Si era addormentato per svegliarsi di soprassalto spaventato: il suo mondo,le sue pareti di terra,la penombra tutto tremava violentemente, i ragni gli cadevano sui capelli e zampettavano impazziti sul suo viso,intorno un frastuono come mai aveva sentito in vita sua.
Era arrivato davanti alla vecchia baracca un carrarmato. Erano scesi alcuni soldati,stupiti che in quella foresta impenetrabile vivesse qualcuno, ma rincuorati dal pensiero di trovare qualcosa da bere e da mangiare.
Il bambino sentiva sopra di lui delle voci,era paralizzato dal terrore, per anni interi aveva udito solo poche parole biascicate da Nessuno e credeva che esistesse solo questo,anzi aveva sempre pensato che esistevano solo lui e Nessuno.
Gli uomini erano entrati circospetti e si guardavano intorno osservando le stranezze della baracca: fiocchi lerci e stoffe lacere appese al soffitto,scatole e scatoline, a migliaia sparse per ogni dove,tonde,quadrate,con strani disegni e colori.
Il bambino non sapeva pregare,non c'era stata una mamma che la sera gli avesse insegnato, ma il terrore che provava faceva battere in maniera forsennata il suo cuoricino, ripeteva tremante le poche parole che conosceva" Nessuno.....Nessuno........terra........acqua.....ragno...."era la sua preghiera, il suo raccomandarsi che il suo piccolo mondo non venisse sconvolto,che nessuno gli facesse del male.
Gli uomini rimasero sbalorditi dalla buca nella terra,dal quel bimbetto lercio e puzzolente rannicchiato dentro,ricoperto di ragni e bruchi.
Il piccolo non sapeva rispondere alle loro domande,forse era ritardato,ripeteva solo" voglio Nessuno,arriva adesso Nessuno" con una vocina talmente flebile che s'udiva a fatica. Il Bambino non capiva niente di cio' che gli capitava,aveva paura di quegli uomini cosi' strani,con un odore addosso che lo faceva starnutire e soprattutto che non avevano addosso neanche un po' della sua terra,dell'umidita' che gli aveva fatto da madre per tutta la sua esistenza.
Gli uomini decisero di portarlo con loro,non potevano lasciarlo li' solo,l'avrebbero lasciato al primo paese che avessero incontrato. Il bambino fu sollevato e intanto tremava e batteva i denti,era confuso,si sentiva perduto,perso senza la sua penombra....fu condotto fuori dal capanno e il piccolo si  senti' girare il capo,salire la nausea,cos'era qualla luce accecante che gli faceva dolere gli occhi, quell'infinito,quell'aria immensa che lo circondava? cos'erano quei rumori spaventosi,quella confusione di vita e di estraneita' che lo assaliva da ogni parte? il piccolo piangeva sconsolato, gia' odiava crudelmente quella palla infuocata che gli bruciava gli occhi e la pelle, quegli odori che gli facevano salire in gola un fiotto di vomito.
Continuava senza sosta a ripetere l'unica preghiera che avesse mai conosciuto, che la madre terra e la sorella penombra gli avessero donato per i momenti di doloroso e straziante addio, mentre salutava i suoi amici bruchi"NESSUNO.......NESSUNO........TERRA....ACQUA......RAGNI"

venerdì 2 luglio 2010

TACI IL SILENZIO

Il silenzio morirà del suo tacere
-vagare indifferenti tra notti tutte uguali-
taci quel buio che porta il mio nome,
scorda lo scavare le parole
a renderle vere,
scorda i miei occhi che
si vestivano di cielo e d'autunno,
di un mare tempestoso.
Il silenzio morirà del suo tacere
un giorno bacia la vita,
taci quel buio che porta il mio nome,
non guardare le mie mani
a graffiare il vuoto e
a serrare petali secchi,
lacrime non né versano piu'
-vagare indifferenti tra notti tutte uguali-
L'urlo della sera
a imbandire nuovi tormenti
e spettri a festeggiare
tutte le mie inquietudini.
Taci quel buio che porta il mio nome
scorda i miei occhi,
varco d'incubi alla luce

Autore: Elisa Cordovani
Poesia inserita il 26/06/2010

Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)

domenica 27 giugno 2010

PROFUMO DI NOI

profuma di noi
questa ora
di latte e menta
nella penombra di lenzuola
tu non dimentichi
i miei sguardi lontani
dove nessuno osa guardare,
io amo lo scivolare
degli attimi fino al tuo ritorno,
l'ultimo bacio
e quel profumo di noi
tra le labbra
parlo di te alle mie sere
quando il cielo socchiude
gli occhi al tramonto
profuma di noi
questa ora
vestita di sogni,
mute le stelle
mentre si guardano
l'un l'altra,
il mio parlare
si intreccia ai tuoi
occhi e aleggia
il profumo di noi
nella notte in cui
ci amiamo

Autore: Elisa Cordovani
Poesia inserita il 19/05/2010

Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)

mercoledì 23 giugno 2010

LA BALLERINA

danza la ballerina
truccata dal buio
dove giace solo la perdita,
eterne quelle piroette
tra lacrime che nessuno
ascolta più.
danza la ballerina nera,
col suo tutù di dolore
sul lamento della sofferenza,
melodia del vivere,
alza le braccia, inclina la testa,
ed è preghiera sprecata
-danza la ballerina
danza per nessuno,
in un vuoto dove va
a morire il vento.
nè applausi né pubblico ad amare
la fragilita' delle punte,
la bellezza della forza di
chi vive in un mondo di morti
un lungo dormiveglia
rimesta il buio
-sogni e incubi-
la ballerina scivola tra
vergini e orfani,
tra sconfitti e sconfitti,
e senza tempo vedra' scomparire
ogni vicolo buio,
ogni manicomio dove
rinchiudono le farfalle,
danza la ballerina
truccata dal buio,
col suo tutù di dolore
-vita e morte-

Autore: Elisa Cordovani
Poesia inserita il 07/06/2010

Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)
Opera pubblicata nel sito Scrivere.info ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.

venerdì 11 giugno 2010

IL RICORDO DI LUI

lo sento il grido di dolore,
per amore ed odio
si tinge di nero
il bianco bagliore
dei marmi silenziosi
-ci vorrebbe una stella
per la speranza,
per pregare a
parole serrate
chi ancora inchioda,
che perda i chiodi.
Lo sento il grido di dolore
per me e ogni
uomo prigioniero
-ma l'alba continua
a morire sola
e ogni cicatrice urla
odio e vendetta.
lo sento il grido di dolore,
io non ha dimenticato
l'innocenza affogata
nel buio di una pozzanghera,
la gioia ammazzata
a margine di strada,
la fredda bufera
che trafigge ogni sogno.
Il ricordo di lui
e' impiccato al ramo dell'ingordigia,
gemme fameliche
avvelenano ogni respiro di vita.
Lo sento il grido di dolore
lo vogliono seppellire
tra infami parole
e incesti al cielo e alla terra,
l'acqua santa marcisce
nel sangue e tutto si
fa silenzio.
Il ricordo di lui
porterà
pianto a chi
non sa piu' piangere,
ricordera' la pieta'
di quella madre
che donò il figlio
e tenne le spine

Autore: Elisa Cordovani
Poesia inserita il 02/06/2010

Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)

mercoledì 9 giugno 2010

UN BAULE DI GELO E PRIMAVERE NASCOSTE

Portami quel baule
dove son chiusi tutti
i miei baci e le carezze,
viaggiatori di deserti afosi
e vento rosso,
che acceca ogni illusione.
Portami quel baule intarsiato
di perle di cielo, arrogante
dei preziosi del mondo,
dentro ci so io,
ieri,oggi e forse domani
ci sono io
bocca avida del respiro di vita,
di ogni alito di vento
profumato di fiordalisi,
stretta tra fiori secchi
polvere di passato e scricchiolii
di incubi che da bambina
facevano stringere il cuore.
Voglio ricordare i tuoi occhi verdi
che mi seguono per gli abissi
di questa terra e non fuggono
al mio sguardo,
sorrido di quel baule di frammenti,
dei tesori di bambina,
corse a perdifiato e lucciole
tra le mani,
del pianto di una sposa
a cui brucia la vita tra le dita
e tutto sembra inferno,
un buio eterno anche
col sole,
il tormento di un ventre desolato,
di carezze sul vuoto piu' indicibile.
Voglio ricordare i tuoi occhi verdi
di boschi silenziosi
e bisbigli senza pena e colpa,
il tuo sguardo che spogliava
il mio dolore e ne baciava
la dignita'.
Portami quel baule di gelo
e primavere nascoste,
vecchie foto e canzoni tristi,
dove si nascondeva
la bambina delle botte,
la donna della fame senza cura,
mille passioni depravate e
un coltello gettato in un tombino
a far compagnia ai sogni.
Sale alla luna il pianto
dell'usignolo,
e' un prigioniro anche lui,
un baule di gelo
e primavere nascoste,
terrore che non arrivi mai
luce nei vicoli buii

ELISA CORDOVANI-GIUGNO 2010

mercoledì 2 giugno 2010

LETTERA ALL'AMICIZIA

Stasera so che molti amici non stanno dormendo,oppure dormono un sonno agitato,senza sogni...tutti guardiamo lo stesso cielo anche se ognuno di noi ha il suo personale tormento,il suo dolore, i suoi pensieri.
C'e' che guarda il cielo e si domanda il perche' del dolore,suo e di altri, si domanda se lassu' c'e' qualcuno che ascolta il nostro pianto oppure no.
C'e' chi va avanti e non si fa piu' domande perche' mai ha avuto risposte,va avanti perche' fermarsi non sa,ma non sa neanche come continuare e se ne vale la pena.
C'e' l'amico che accoglie ogni mia lacrima,anche quelle senza motivo,che sono poi le piu' amare,le piu' sofferte,che ha sempre le parole giuste e il silenzio giusto....vorrei averle anch'io le parole,le risposte e invece non ne ho,anzi a volte nelle parole e nei silenzi non credo neanche piu'.
C'e' l'amica che vuole l'amore e si domanda se l'amore appartiene alla vita oppure solo al suo cuore,che ha il sorriso piu' bello del mondo e sorride perche' sa che quel sorriso mi da' forza.
C'e' l'amica che vorrebbe risparmiarmi ogni lacrima,ogni tradimento,ogni inganno della vita,perche' gia' hanno bruciato la sua pelle,guarda il cielo e mi ripete che ce la faro' e prega per me che il buio finisca.
Ci sono io che stasera non ho parole,non ho silenzio....
amo l'amico che rincuora il mio pianto, amo il sorriso della mia amica e il coraggio di chi continua ad essermi vicino.....
guardo il vostro stesso cielo e ho solo il mio cuore da darvi,e l'avete per la vita...

"GRAZIE "

E.C. 3.05.2010

-RICORDI DI UNA SERA A PIAZZALE MICHELANGELO-

Mai stata a piazzale Michelangelo,un delitto per chi come me abita vicinissimo....la mia amica mi disse un giorno triste:"ti ci porterò io a vedere il piazzale Michelangelo" e oggi ha mantenuto la sua promessa.
Tre amici che in una domenica qualunque intrecciano parole e momenti che resteranno poi impressi nella mente e soprattutto nel cuore, io,l'amica e l'amico.
Piazzale Michelangelo è meraviglioso,sembra di essere entrati in un sogno ad occhi aperti, sei li e ti sembra di avere distesa davanti tutta Firenze e da lì ti sembra fantastica....siamo lì a ridere di niente e di tutto,per pochi momenti ognuno di noi tiene in tasca problemi, pensieri,tristezze....ad una come me guardare tanta bellezza tutta insieme,sotto il cielo stellato e mille luci che pare Firenze sia invasa di lucciole non può non ispirarmi...non solo parole,ma sensazioni,emozioni.....vi guardo un pò indietro rispetto a voi e il cuore,lo giuro,mi si gonfia d'amore e di gratitudine per avervi incontrato e per essere presente stasera e spero piu' a lungo possibile nelle vostre vite........l'amica,quella che c'e' proprio sempre e ha veramente asciugato tutte le lacrime,lei con il cuore cosi' pieno d'amore che glielo scorgi nei sorrisi,nelle risate.....credo che davvero mi porterò nel cuore a lungo l'immagine di voi due che camminate e ridete davanti a me,perche' mi regala serenita'.....l'amico che dei silenzi capisce gioie e dolori,quello che anche se non lo chiami lo sente che hai bisogno di lui......sai tu sei per me l'estate e di essa l'allegria, dovessi descriverti con un immagine sei quell'uomo che raccoglie conchiglie sulla spiaggia e mentre lo fai ami la semplicita' di quella conchiglia e la semplicita' di ogni piccola cosa,che pero' fa una vita dolce....rispetto a te sono l'autunno malinconico, quel tramonto che si adagia ad una spiaggia ormai deserta,quelle foglie che oramai abbandonano il loro ramo,chissà se anche una foglia si sente sola come a volte mi sembra di essere a me.......
Stiamo tornando e parliamo come solo quando stai bene si puo' fare....l'amica abita il silenzio della sicurezza, di trovarsi nell'amore....tu mi parli della donna che ti ha amato,deluso,abbandonato anche se e' ancora nella tua vita e io lo conosco il vuoto che c'e' avendo accanto qualcuno di sbagliato......
io ti parlo, poi smetto perche' gia' sapete e rispettate quella tristezza che m'appartiene,di una giornata che finisce,di un attimo gia' finito oppure di tutta una vita rimpianta.
Scoppia una risatina...poi prende coraggio e diventa una risata vera,senza motivo,senza una logica....e' il semplice piacere di essere tra noi,esserci parlati ed essere stati in silenzio e io nella mia amica prego la dolcezza della vita di darmi altre malinconie,altri pianti sconsolati e senza motivo,perche' ci sarete voi con me......

Firenze-30.05.2010

Elisa Cordovani

DOV'E' IL TUO SGUARDO STANOTTE

Stanotte mi stordisco

di buio e menzogne
un morso alla mia solitudine
che di rabbia
corrompe la mia vita.
Le tue bugie
-o disegni impescrutabili
sono cera nera
a bruciare
le mie pupille
-ancora guardano al cielo
ad un volo libero
e senza tempo
Vorrei spegnere questo
buio che gocciola sopra
i miei pensieri,
falene impazzite
che non hanno il
coraggio di morire.
Stanotte mi uccido
dei miei sogni
e della tua mancanza,
di parole strappate, violentate
senza piu' voce
-sono la sposa che
brucia il suo velo
e ogni speranza
Dov'è il tuo sguardo stanotte?
E' il serpente di
sonni inquieti e
incubi incappucciati,
boia dell'ultima illusione.
Stanotte la follia
è l'angelo che accompagna
il passo sui chiodi di questa vita,
nessuna croce,
solo il bruciare velenoso
del mio patire
Dov'è il tuo sguardo stanotte
quando sanguina la mia mano
di peccati e peccatori,
e il perdono è questo
fumo soffocante.
Preghiere inginocchiate
sussurrate imprigionate
e infine bestemmiate
non servono stanotte
...dammi, ti scongiuro,
il mio cielo di stelle
e un rosario di verita'

" A Dio"

ELISA CORDOVANI
Dal sito Scrivere (www.scrivere.info)
Opera pubblicata nel sito Scrivere.info ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.

lunedì 3 maggio 2010

RESTA IL CIELO DA GUARDARE

Le nostre mani
in silenzio si son lasciate
si fermano tutti i ricordi
a guardare il
nostro amore
e i suoi istanti
le nostre mani
non si cercheranno
l'addio ha scelto per noi
ha diviso maini e cuori
resta il cielo da guardare
-e' muto di parole
Quando ci siamo guardati
secoli interi tra i nostri sguardi
passavano dagli occhi
al cuore
ombre e sogni
di giorni fatti ricordi
resta il cielo da guardare
-e' piu' solo di noi
e bacia sole e luna
per non dimenticare
l'amore
la pioggia piange
con me per i fiori
che coloreranno il tuo domani
resta il cielo da guardare
-e' lo stesso
a cui tu urli il tuo amore


ELISA CORDOVANI

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sabato 24 aprile 2010

SONO IO

Questa sono io
un abisso di silenzio
-le parole pugnali
che uccidono,
e mani sporche
di bugie
il cielo si separa
dalle preghiere
e lo fa per sempre.
Sono io
quel pianto di spilli
che senti
tintinnare sull'asfalto
dove butto
le illusioni moribonde
-ma non le so
coprire di terra
Sono io
questa fame d'amore
che non so saziare
tra ...terre straniere
le mie pagine resteno bianche
si possono solo bruciare
Sono io
l'incomprensione
di questa vita che
a volte si scorda di me
-o sono io che
mi scordo di vivere
il perdono del dolore
e degli addii
senza il tempo d'accettarli.
Sono io che amo
quella culla vuota
e un vagito mai udito,
conca d'amore senza respiro.
Sono io
la prigione del tuo cuore
la valle del tuo odio
il fuoco che persiste
sotto la cenere
.....io
tutto e niente

ELISA CORDOVANI
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mercoledì 21 aprile 2010

....e' un coltello che taglia via
tutti i colori,recide anche l'addio
non sono io
nelle pieghe della sera
che aspetta
il tuo sorriso,
oppure una ferita,
resto un riflesso nello specchio,
una sedia rovesciata
ci sara' di nuovo
giorno, l'alba
colorera' ancora
queste stanze vuote
e quella porta rimasta chiusa
....un coltello che taglia via
ogni ricordo
e ferisce tutte
le mie notti senza te

"perche' mi manchi"

ELISA CORDOVANI

venerdì 2 aprile 2010

CATENA D'ANIME

Passava il pianto
su sorrisi sgualciti dal tempo,
dall'assenza di te
seppur mi rasserena
il tuo non saper
parlar d'addio.
Ti racconto il tormento
dei ricordi
-di ieri
mancano granelli d'istanti
fuggiti da una clessidra folle
Tu mi sorridi
di labbra e occhi
vuoto il tuo parlare
e non si puo' colmare
-forse cancellero'
tutti i giorni passati
perché sia fatto
un nuovo passo
al mio domani
Il tuo pensiero
non si slaccia dal mio
questo amore è
catena d'anime
-la mia, la tua
sapremo mai
andare oltre il buio?
Promesse di cielo
e un giuramento
fermato al battito del cuore
raschio via malinconia
per leggere le parole
questo amore
e' catena d'anime
che non si lasciano
neanche nei sogni
mai nessun abbraccio
ha fermato il mare
o burrasche di sesso
spazzato via la solitudine
di una vita.
Questo amore è
catena d'anime
-la tua, la mia
io vorrei solo
veder la luce dopo la notte

domenica 21 marzo 2010

TI RITROVO TRA BARLUMI DI SOGNI

Ti cerco in giorni sfuggenti
monotoni
ti ritrovo tra barlumi di sogni,
un dormiveglia tormentato
da addii e ritorni
Il nostro amore in bilico
tra passione e noia,
tra lei e me,
nell'assenza ti ho cercato
in ferite aperte al cielo
-come quando sei disperato
perche' mi devi dire addio
Molte volte te ne sei andato
senza portar via il cuore
ti ritrovo tra barlumi di sogni
li' non c'e' il suo pianto,
vento lontano di temporale
-mi scuote l'animo
ci siamo noi
e l'illusione di giorni infiniti
un lungo viaggio senza meta
resta a casa la follia e la paura
-ci sono ali che non s'aprono
mai al volo
ti ritrovo tra barlumi di sogni
intreccio di pelle e sudore,
il dolore di essere lontani
passione che brucia un
tempo senza clessidre
I miei sogni forse briciole di vita

Elisa Cordovani-inedita

venerdì 19 marzo 2010

IL MIO AZZURRO SCREZIATO DI TRAMONTO

Sono di fronte al mio mare
le onde compagne
di pianti silenziosi
di lacrime acerbe e adulte
-ti ricordi il mio azzurro
screziato di tramonto?
la solitudine che non piega
il mio cuore al dolore
una sera che schiarisce
e nuda anima di
fronte al mio mare
dove cerco la tua voce
la trovo tra salsedine
e sole
-ti ricordi il mio azzurro
screziato di tramonto?
sento carezze e baci
di vento sono
mentre m'illudo di un ritorno
dentro al silenzio
Sei dentro ai miei sogni
i giorni pero' han perso il sorriso
-ti ricordi il mio azzurro
screziato di tramonto?
non ho paura delle burrasche di domani
voglio il tuo ritorno
dentro gli occhi o sulla pelle
le vedi le a braccia aperte su un abbraccio
di fronte al mio mare
non contano gli attimi,le ore
voglio il tuo ritorno
il tuo amore mai consumato
-ti ricordi il mio azzurro
screziato di tramonto?
non m'importa delle lacrime
e desideri incompiuti,
l'amore guarira' la follia
di fronte al mio mare
voglio guardare con te
l'azzurro screziato di tramonto

giovedì 18 marzo 2010

SOTTO IL TUO CIELO

sotto il tuo cielo
mi perdo in ore stagnanti
vuote di significato
ho creduto di farcela senza te, il tuo sorriso
e la tua luce
ogni strada mi sembra inutile
tutte le parole solo polvere
che anche il vento rifiuta
sotto il tuo cielo
aspetto il tuo ritorno
per avvicinare i miei passi ai tuoi
e non aver più paura di amare
adesso vorrei tutta l'eternità
per curare il tuo dolore
e la malinconia
torna e non sarà come prima
nessuna paura di mostrarti
la luce e il buio della mia vita
niente inganni del mio tremare
del silenzio che di me
parla più della voce
sotto il tuo cielo
non voglio più mentire
della mia fragilita',
non nascondere le
lacrime d'addio
ma solo amare te
i tuoi occhi le tue mani
vorrei avere tutta l'eternita'
per guardare la dolcezza del tramonto
che bacia il mare
per mostrarti il coraggio
che l'amore ti da'
di vivere anche il niente
sotto il tuo cielo
voglio proteggere il tuo sonno
e cullarti del mio amore
-saro' forte di te e di me

lunedì 15 marzo 2010

TI HO GRAFFIATO L'ANIMA

Ti ho graffiato l'anima
con il veleno di
parole covate con la rabbia e la passione
-paura di non saperti mio
abbracci di vento e parole di cielo
non quietano il destino
Ti ho graffiato l'animo
con le unghie del mio amarti
senza scampo,senza perdono
in penombra ogni sensatezza
-insostenibile l'attesa
di te
Ho fatto male,ho ferito
-ingoio sofferenza e tristezza
perche un tuo istante sia il mio
Ti ho graffiato l'anima
con le mie lacrime disperate
ad ogni passo d'addio,
ti ho graffiato coi sorrisi
spettinati da carezze svogliate
-amami di passione e colori
Ti ho graffiato l'anima
con un viaggio senza partenza
ne' ritorno,
limbo d'ineffabile sono stata
-non mi hai perduta mai

lunedì 1 marzo 2010

ATTIMI APPESI AL TUO ANDARE VIA

Anche stasera sei andato via
non ti ho detto
come si spezza l'attimo
al tuo partire
non pioveva stasera
-forse lacrime mie
Anche stasera sei andato via
resto immobile a sfiorare
questi istanti rubati
e ombra sullo sfondo del buio
parlo dell'inconsistenza
-tutte parole sospese
Anche stasera sei andato via
col segreto di noi due
nello sguardo,
resta un profumo, un brivido
della pelle
-svanisce troppo presto
resto immobile a pensare,
il cuore mi urla dentro
delle troppe assenze
-e di baci non dati
Anche stasera sei andato via
curvo e volutamente ignaro
delle mie lacrime nascoste male
un nodo nell'anima
per quando guardo lontano
e non sento la tua voce
per tutti gli attimi in cui
cerco il tuo nome
-ma tu non ci sei

Elisa Cordovani-inedita

martedì 23 febbraio 2010

LA CANZONE DEL RITORNO

C'e' un momento della sera
in cui e' difficile capire
perche' il cielo perde le stelle
sembra impossibile
il mio fuggire da te
e' il brivido di vecchi dolori
che hanno graffiato il viso
-non sai vedere la pioggia
Prendere per mano il buio
e sentirlo amico,
ti ho amato come sempre
seppur la luce paia svanita.
C'e' un momento della sera
-ma forse e' la vita
in cui e' difficile capire
un ricordo, un'attesa
esserti lontana
sembro distante
ma tu pensami
quando e' difficile capire
amami e non saro' piu'
ombra di un sogno

"QUANDO MI SENTI LONTANA....SONO ANCORA ACCANTO A TE"

Elisa Cordovani-inedita

sabato 20 febbraio 2010

RITORNI D'AMORE OLTRE L'ADDIO

Storie finite o mai iniziate
sogni impolverati,scordati
dove non fanno male
dici ti amo
e non lo sai come sto
neanche lo chiedi
stanze vuote e
tanti pensieri scheggiati.
Dici ti amo
ma vai per giochi senza senso
con l'ombra della tenerezza
nelle mani.
Dici ti amo
senza dubbi, cancelli
un silenzio piu' fragoroso
delle urla,
oltre il mio amore
c'e' l'illusione che
sia vero, non vorrei
altre parole,ma abbracci
in stanze vuote di sogni
-e anche di te
Dici ti amo
ma neghi il cielo e il mare,
ti sembra niente se la vita
gira su se stessa,
se scompaiono i nostri giorni
-e anche io
senza i nostri baci
c'e' il rimpianto
di un ultimo tramonto con te
e il canto delle campane
-e' l'addio che incrina un
battito di ciglia

Elisa Cordovani-inedita

AMERO' ANCORA

amero' ancora
senza tremare del passato,
stanze sgombre di pensieri
e una carezza che  scivola dalla fronte
al cuore.
amero' ancora
senza domandare
dove sei
perche' di me sai raccontare
angoli remoti
il mio silenzio per te
urlava l'assenza
-non si velano segreti
amero' ancora
fruscii di pellle e
malinconia tra le lenzuola
la passione che brama
una nuova sera
-una lacrima a volte non
significa niente.
Amero' ancora
il destino e' senza scampo
un viaggio che non
posso fermare
-anche se lo vorrei
amero' ancora
il riposo degli amanti
e insieme il sudore di
carezze stremate dai baci
-ai tuoi di baci non penso
amero' ancora
alla luce di candele,
tra odore di cera e
occhi lucidi,
nessuno che capira'
del silenzio la bellezza,
un sorridere della mia malinconia,
per l'eterno autunno
dentro lo sguardo.
Amero' ancora
domani e tutta la vita
-solo per un istante amo
te negli echi del cuore


Elisa Cordovani-inedita

giovedì 18 febbraio 2010

TI AMO SENZA AMORE

ti amo senza amore
col bisogno assurdo di averti con me
ti amo senza amore
per non dimenticare niente,
il tuo ricordo appoggiato sul cuscino
fiore e spina della notte
ti amo senza amore
con disperazione
per non sentirmi sola
quando si spengono le stelle
quando la terra è solo desolazione
ti amo senza amore
e non riesco a lasciarti
un viaggio senza mai partire
ti amo senza amore
e vorrei andassi lontano
-lasciami alle mie notti di parole
vattene dalle mie inquietudini
ti amo senza amore
togli le tue mani da me
-porta via le tue carezze
abbandona il mio letto
e i sentieri di baci
ti amo senza amore
sei dentro di me
hai trovato posto
accanto ai sogni che non credevo
piu' di avere
-ti amo

Elisa Cordovani-inedita

venerdì 12 febbraio 2010

I COLORI PERDUTI

Amore mio
ci pensi mai ai colori perduti?
Ricordi l'amore dei granai e delle cantine
l'odore del mosto che intontiva sogni,
i colori perduti
in un addio,nell'amaro
di parole da cui non si torna indietro.
Lo chiedo a Dio dove sono,
se li custodisce lui,
come ha serbato l'amore
quando avevo paura d'amare.
Di fronte al mare
cerco i colori perduti
-forse sono nel suo grembo-
della gioia e dell'innocenza,
di un bacio che aveva tutto.
amore mio
mi mancano i colori perduti,
come al risveglio rimpiango i sogni,
nella notte l'illusione che sia
tutto come ieri.
D'un rimpianto abbiamo velato il passato
un vento freddo ha spento sulle labbra
baci e parole.
Voglio ritrovare i colori perduti
in ore di lacrime e recriminazioni,
bruciare i dubbi di te e me,
voglio i colori perduti a
colorarci il cuore
-ti amo e non ci sara'
piu' l'abbandono a toglierci
fiato e vita

Elisa Cordovani-inedita

martedì 9 febbraio 2010

LE MIE PAROLE NUDE

Sono rimaste le mie parole nude
senza orpelli,senza disegni
se ci guardi bene
c'e' nascosto tutto il dolore
patito ieri,
il sentire la vita che corre via veloce,
spazza via tutto, anche te.
Sono rimaste le mie nude parole,
poche emozioni e il buio,
le tue carezze per i giorni che verranno.
Sono rimaste le mie nude parole,
tutti i loro addii, le promesse
non mi appartengono piu'
lo scorrere infinito delle cose
e la loro incertezza m'appaga
di essere polvere senza traccia.
Sono rimaste le mie nude parole
nella penombra
resto io e la mia voglia di gridare

Elisa Cordovani-inedita

sabato 6 febbraio 2010

DELL'AMORE

Voglio essere con te
sentire le tue braccia intorno ai sogni
scacciare il silenzio della mia vita.
Verra' il mattino insieme al cielo,
e anche il ricordo del mare,
le sue onde che avvolgono ogni pensiero
e lo portano lontano,
dove non importa a nessuno.
Voglio essere con te
amare ogni tuo ansito,
ogni attimo di giorni bagnati a pioggia,
momenti di luce prigioniera.
Voglio essere con te,
dimenticare gli infiniti treni persi,
quelli mai partiti,
tutto quello che poteva essere
e non e' stato.
Voglio essere con te
il tuo viso in penombra
stracciare i tuoi abbandoni
in coriandoli neri e buttarli alla notte


Elisa Cordovani-inedita

giovedì 4 febbraio 2010

ABBANDONARE

Abbandonare te
alla vita,ad un'altra donna
continuare a mischiare parole nel buio
tutto tace sotto il niente
Abbandonare te
i segreti del cuore,poesie solitarie
un silenzio a macerare ogni sorriso
e l'eco che non si spegne nei miei occhi.
Abbandonare te
una sera,una mattina
e andarsene con sigarette mai accese
far finta di non sentire l'urlo della vita
e la bellezza dei nostri corpi.
Abbandonare te
ogni lotta,ogni contraddizione
la paura di essere riamati
piegare la luce ai sogni
e credere che son veri.
Abbandonare te
-inizio e fine-
essere solo l'esilio e infermita'
.........il mio amarti e' essere mare
che aspetta la sera

Elisa Cordovani-inedita

lunedì 1 febbraio 2010

IL TUO AMORE

Ci sei tu nelle parole
bacio la curva dei tuoi fianchi,
e' toccare l'animo senza farti male,
lascio li me stessa
mi perdo di te e delle tue mani.
Ci sei tu nelle parole
ho voluto il cielo per volare
sognavo te e la luce,
una notte per stare soli,
guardare i tuoi occhi
e vedere i miei sogni,
fuochi accesi e bicchieri vuoti.
Ci sei tu nelle parole
mentre mi domando
che senso ha l'orizzonte
-non m'importa piu'
le mie canzoni tristi
non servono,
e' venuto il tempo di
musica dolce,
cancellati destini sconosciuti
e chiusi vecchi libri
-li restano tutte le lacrime dell'amore
Ci sei tu nelle parole,
sara' polvere tutto il dolore passato
voglio dono del tuo domani,
baciami e non mi voltero'
piu' indietro,
quando sara' sera e la luce confusa
dissolvero' tutta la tua malinconia,
basta farsi male, basta stare lontani.
Ci sei tu nelle parole,
altri sogni da attraversare
e poesie da scrivere all'ombra dei giorni,
sguardi sedotti da sguardi,
baci stregati da baci,
e noi due

SENZA TITOLO- sono qui-

Passano tra le mani
sogni ed emozioni,
abbandono il cuore all'amore
Sono stanca di ogni se,
di ogni forse
dei tuoi passi smarriti.
Ti voglio con la stessa ossessione del mare,
con lo stesso desiderio del cielo.
Aspetto la notte
la vesto dei nostri sospiri,
di un ti amo impaurito
sulla finestra del buio.
Fragilita' diventa forza,
il dolore quieta attesa,
di te,di me,
di giorni finalmente nostri

Elisa Cordovani-inedita

sabato 30 gennaio 2010

CERCARSI

Cercami nell'ora piu'sola della notte,
quella degli amanti,
mi troverai in lacrime mai scese.
Cercami dove esiste l'impossibile,
io sono nei momenti dimenticati,
mi troverai in un buio che non fa paura,
nell'attesa di luce e cielo.
Cercami anche se non ho piu' voce ne parole,
sulla strada dei nostri ricordi,
anche se non saremo insieme
-ci ritroveremo
trovami nei tormenti del mio cuore,
svuota l'ora di tutto cio' che e' inutile,
cercami quando tutto sembra finito
-ricominceremo domani
dell'amore sentiamo fiato,
passi frettolos ci allontanano da qui.
Trovami sotto la pelle,
anche se mi sono perduta,
le mie mani parlano di gioia e dolore,
trovami nel vento e nella luce

cercami fuori nel mondo e sarai con me per sempre

Elisa Cordovani-inedita

L'ABBRACCIO

Stringimi a te
ora,adesso e poi di nuovo
stringimi forte da togliere respiro e paure
stringimi a te
ora,adesso e poi di nuovo
fino a farmi sentire i tuoi sogni
-e desiderio di me
stringimi a te
fammi scordare oggi e domani
-ci siamo solo noi
perdiamo nel tempo
momenti vissuti,da vivere
stringimi a te
ora,adesso e poi di nuovo
e la luce dei lampioni
illumina strane illusioni
-strade deserte aspettano solo noi

stringimi a te
e questo basta

Elisa cordovani-inedita

domenica 24 gennaio 2010

PENSIERI DI UN'ANORESSICA

Oggi voglio ricordare il mio inferno...e' il momento giusto,l'ora ideale pe...r farlo.
Sono stata ammalata per 10 lunghi,infiniti anni, di una malattia terribile e senza senso,che ti uccide,ma prima di far morire il tuo corpo fa morire dentro.
La malattia e' stata una belva annidiata dentro di me, e
adesso ne voglio parlare,perche' si puo' stanare e mandare via.
Ho pensato tanto a come ho potuto arrivare ad un delirio tale da distruggere me stessa e tutti coloro che hanno tentato di avvicinarsi a me.
L'unica motivazione,l'unica importante per me e' la mia fame insaziabile d'amore.....non mi bastava mai,mi sembrava sempre di non essere amata,di svanire e diventare trasparente e io volevo urlare e dire che volevo soltanto che le persone mi amassero e invece stavo zitta.
Anni di terapia hanno portato in superficie ricordi che neppure pensavo fossero miei.....il mio sbalordimento quando mio padre faceva una carezza a mia madre e il dolore sordo perche' non era destinata a me, l'arrivo di un fratellino,amatissimo,ma la notte pregavo gesu' bambino che lo facesse diventare un angelo.....e infiniti attimi congelati dentro di me,fermi come chiodi infilati nel cuore,nell'incoscio,nello spirito.
Man mano che crescevo sentivo di perdere l'amore di chi mi circondava e di non riuscire a trovarlo nel mondo che mi circondava, odiavo il mio corpo che perdeva le fattezze di bambina per sbocciare come donna...ad un certo punto la mia mente s'e' inceppata,girava a vuoto...guardavo il cibo e ne avevo repulsione,era sporco,era fatica....era vita.
L'insegnante di ginnastica di terza media nonostante al tempo nessuno conosceva l'anoressia,si rese conto che quella ragazzina taciturna era ossessionata dal suo corpo in modo malsano...e mando a chiamare i miei genitori,dicendo loro-la ragazza ha una visione distorta di se e del suo corpo-e poi chiamo il mio delirio,la bestia per nome:anoressia.
Ricordo lo sguardo perplesso e spaventato che si rivolgero allora i miei genitori...solo quella volta,dopo erano semplicemente disperati.
Man mano che la mia follia prendeva il sopravvento,iniziammo la girandola di visite tra ospedali,cliniche,dottori...ma nessuno sembrava in grado di aiutarci, in moltissimi non avevano una preparazione adeguata...e intanto io morivo piano piano e uccidevo e distruggevo tutto,la mia famiglia,mio fratello,gli amici,tutto e tutti vittime insieme a me di un orrore che se non lo vivi,non riesci neanche a immaginare.
Dieci anni di quell'orrore...il mio nascondere il cibo e sentirmi potente,perche' avevo il controllo del mio corpo e mi sentivo invincibile......l'esasperazione dei miei,le botte qualche volta,le lacrime di dipserazione di mio padre,che mi vedeva svanire senza riuscire a fermarmi.
E dentro di me sempre un dolore sordo,senza parole,senza espressione....ero una ragazzina che la notte si accarezzava lentamente,non per regalarsi piacere,non per sognare l'amore,ma per sentire e contare le costole,per sentire le ossa del bacino bucare la pelle,per sentire ogni singolo osso del corpo ricorperto solo di pelle.
Il ciclo e' sparito per mesi e mesi e io chiusa nel mio delirio gioivo; avevo vinto sulla natura,sul mio corpo,ma non riuscivo a spegnere quel grido silenzioso,quelle lacrime brucianti che di notte mi solcavano il viso.
Nonostante tutto ancora nessuno,mi amava,mi colmava di quell'amore che io volevo e mi sentivo svanire.
Sono poi arrivati gli uomini...uomini molto piu' grandi di me,perche' i ragazzi della mia eta' mi trovavano ripugnante per lo stato in cui ero,bestie forse piu' affamate di me, affamate di sogni, giochi,di semplice carne. Ogni volta prendevano e laceravano lo spirito,mentre la mente si frantumava di pensieri assurdi e invece di essere colma d'amore,mi sentivo sempre piu' vuota,e sempre piu' svanire.Il mio corpo era l'involucro dell'anima,quella non si lasciava sporcare e restava un'innocenza che ancora di piu' attirava quegli uomini.
Uno tra i tanti,a cui forse rimordeva la coscienza di andare con una minorenne,cercava dopo aver avuto la sua mezz'ora d'illusione,di farmi fare merenda. Lo ricordo, ed e' allucinante come s'alzava dopo dal letto e cominciava a farmi pane e nutella...........
Anni di torture,di ricoveri, di quel dolore che restava silenzioso,quel grido dentro che non trovava parole,il mio corpo martoriato dalla bestia....quando c'e' stata la svolta? sembra assurdo ma e' stato un attimo fugace,eppure eterno,durato all'infinito...io e mio padre seduti per terra dopo la guerra per farmi mangiare,dopo le suppliche,dopo le minacce....ricordo i suoi occhi,la luce s'e' spenta dentro, s'e' afflosciato tutto e guardandomi mi ha sussurrato-se deve essere cosi' spero che tu muoia,perche' noi non ce la facciamo piu'-.
Li sono tornata me stessa per un breve momento e ho provato orrore di me stessa e della follia in cui ero precipitata.....e ho lasciato che mi aiutassero,ho iniziato io ad aiutarmi, a trovare le parole per quell'urlo silenzioso che frantumava la mia anima.
La strada e' stata dura,difficile,piena di errori e ricadute,ma finalmente il muro che c'era intorno a me s'e' incrinato,l'amore vero,quello che colma l'anima ha iniziato ad entrare dentro di me...la fragilita'seme per la vita e non per la morte...i miei genitori son tornati a tenersi per mano, la vita a dipanarsi intorno a me...
perche' ho voluto raccontare tutto questo? perche' ogni tanto ancora una mano mi stringe la gola quando devo inghiottire cibo...ma c'e' una piccola vita adesso dentro di me,l'amore che davvero colma ogni vuoto e un giorno voglio guardare il mio bambino e raccontare queste stesse parole...le parole dell'urlo silenzioso.

"DEDICATA A CHI SI E' SALVATA,PERCHE' L'AMORE PUO' SALVARE"

Elisa Cordovani-inedita

giovedì 21 gennaio 2010

A MIO PADRE

Stessa luce stesso buio,
viviamo un tramonto
che schiude la notte,
una malinconia che brucia l'eterno
momento di te e me.
Il mio sorriso quando dici
-sei la mia conca d'amore,
la vita e' un perdersi e ritrovarsi-
Il tuo sorriso quando parlo
di quella tenebra che mi nasconde
e mi svela a chi coglie
l'inafferrabile.
Stessa luce stesso buio,
il sogno amato e irrangiungibile
di essere e svanire,
guardare il mare senza domande
e abbandonarsi alla vita.
Stessa luce stesso buio,
e la dolcezza senza tempo
di amarci

Elisa Cordovani-inedita

domenica 17 gennaio 2010

PENSIERI

Pensieri stanchi

M'ingombra l'anima
il giorno che non cerca la sera,
stringo le mani
senza sollievo,
l'amore che diventa odio,
cieco di tutto,
la notte trema a
fiori gettati e
nessuno a piangere
una vita finita.
E' nuda la mente,
forse resta la follia,
spoglia di pensieri,
perche' il senso e' dolore.

Pensieri esili

Temo lo scendere della notte,
il buio con frammenti di sogno.
Il fragile resta con l'inquetudine,
sciocca paura dell'emozione.
Mi porti perdono e gioco,
credevo non sarebbero sparite le ombre,
ma tu arrivi e non sfuggo ai colori;non piu'.
Dici non serve dimenticare,
lascia il vuoto,abbandona terre solo tue.
Risanero' ferite,smetti la fuga,
torna con me.
Sento la forza e l'attesa,
hai la pazienza di passi nel buio.
Non serve parlare, tu sai dal silenzio.

Elisa Cordovani-inedita

lunedì 11 gennaio 2010

IN UN ATTIMO

Aspetto di essere vaga
nudo pensiero,
di essere disarmata senza lotta
dalle paure,
che un freddo infermo copra insieme
alle foglie, baci ancora caldi,
che mai il vetro s'incrini di dure parole.
Aspetto che il ricordo
lasci la sua eternita',
l'animo ritrova
la dolcezza di vivere
senza di te.
Aspetto tra silenzio e sere vuote
dell'amore,
il risveglio e l'abbraccio.

Elisa Cordovani-inedita

mercoledì 6 gennaio 2010

SENZA TITOLO-innamorarsi-

Si disegna nella sera
il filo che lega cielo e mare
e serra i sogni alla notte,
li sfioro con le dita,
un sussurro scende sulla pelle,
si risveglia di carezze.
Porta con te uno sguardo innamorato,
senti vicino l'orizzonte lontano,
li ho dimenticato me stessa.
Serbo parole d'amore
per amare di nuovo,
Nell'infinito
rimangono sogni e speranze,
nei nostri occhi la luce,
nel sorriso l'amore.
Ne'' attese,ne' ritorni,
il domani sara' stringersi le mani,
essere nuvole senza saperlo,
essere un istante che non si dimentica piu'

Elisa Cordovani-inedita

sabato 2 gennaio 2010

CANDELE PER UN AMORE

Guardo la serenita' delle onde
che si rincorrono sole,
la notte trema
di pensieri piu' buii di lei,
sento lo scuotere di un ricordo,
candele accese per un amore.
Vorrei sentire che basta come sono,
come all'usignolo basta il canto,
che non e' importante l'oscurita',
ne' sciocche lacrime per chi
e' andato via,
restano candele accese per un amore.
I nostri dolori
sono cappi mozzati,
strozzano sogni e giorni smarriti,
sono partita per un lungo niente,
senza lasciarti,
restano candele accese per un amore.
Possiamo perdonare l'abbandono del destino,
una vita che non ha avuto battito,
scordare parole svestite d'amore,
essere insieme e continuare
a tenerci la mano

Elisa Cordovani-inedita