Portami quel baule
dove son chiusi tutti
i miei baci e le carezze,
viaggiatori di deserti afosi
e vento rosso,
che acceca ogni illusione.
Portami quel baule intarsiato
di perle di cielo, arrogante
dei preziosi del mondo,
dentro ci so io,
ieri,oggi e forse domani
ci sono io
bocca avida del respiro di vita,
di ogni alito di vento
profumato di fiordalisi,
stretta tra fiori secchi
polvere di passato e scricchiolii
di incubi che da bambina
facevano stringere il cuore.
Voglio ricordare i tuoi occhi verdi
che mi seguono per gli abissi
di questa terra e non fuggono
al mio sguardo,
sorrido di quel baule di frammenti,
dei tesori di bambina,
corse a perdifiato e lucciole
tra le mani,
del pianto di una sposa
a cui brucia la vita tra le dita
e tutto sembra inferno,
un buio eterno anche
col sole,
il tormento di un ventre desolato,
di carezze sul vuoto piu' indicibile.
Voglio ricordare i tuoi occhi verdi
di boschi silenziosi
e bisbigli senza pena e colpa,
il tuo sguardo che spogliava
il mio dolore e ne baciava
la dignita'.
Portami quel baule di gelo
e primavere nascoste,
vecchie foto e canzoni tristi,
dove si nascondeva
la bambina delle botte,
la donna della fame senza cura,
mille passioni depravate e
un coltello gettato in un tombino
a far compagnia ai sogni.
Sale alla luna il pianto
dell'usignolo,
e' un prigioniro anche lui,
un baule di gelo
e primavere nascoste,
terrore che non arrivi mai
luce nei vicoli buii
ELISA CORDOVANI-GIUGNO 2010
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