domenica 22 agosto 2010

LETTERA AD UNA MADRE

Come si comincia una lettera alla propria madre?
come se non con "cara mamma"? E'  tanto che non ti chiamo cosi,forse ti  ho chiamato  in una vita passata dove io e te siamo una figlia e una madre normali,vicine......
Mamma ti ho odiato a lungo,in modo feroce,velenoso di un veleno che s'appiccica all'anima,al cuore e non ti permette di amare nessuno,neanche me stessa; ti odiato quando ancora non sapevo cos'era l'odio,anche se ti volevo amare, perche' la mamma si ama,non si odia........la prima volta e' stata quando hai mandato via il babbo, ricordi? tu pittrice affermata,donna di classe e di successo,che giravi il mondo con i tuoi quadri,che eri osannata dalla critica, ti vergognavi di accompagnarti ad un"mediocre impiegato",un uomo semplice che si era spaccato la vita per permetterti la tua carriera. Ero piccola ma mi ricordo la porta che hai spalancato di fronte a lui per mandarlo via,il suo pianto,la sua disperazione e tu che gli ripetevi "Lia rimane,e' mia.".
Ti odiavo ogni volta che ci spostavamo,ogni nuova scuola,ogni nuova tata....mamma io ti volevo amare, eri bella,simpatica,divertente, tutti ti amavano,tutti ti cercavano......ma tu non volevi i miei baci,i miei abbracci,,mi guardavi senza vedermi,mai.
Ho capito che ti odiavo sai quando? quella sera che sei tornata a casa con Giorgio e mi hai detto"Lia,da ora in poi lui abitera' con noi", io ti volevo dire che era uno sconosciuto,che non mi piaceva come mi pizzicava le guance,che mi vergognavo,che mi mancavi......gia' i tuoi quadri ti portavano via da me,adesso anche lui......ti ho odiato ogni singola notte che Giorgio si alzava ed entrava in camera mia,quell'odio,un fuoco che ha dilaniato tante cose belle dentro di me....chissa' mamma se sapevi,se immaginavi....oppure quella passione,quell'amore divorante per i tuoi quadri ti accecava e ti rendeva cieca di fronte a tutto.
Sono sempre stata trasparente,invisibile per te,ti ero totalmente indifferente....c'e' stato un momento in cui ho voluto disperatamente che tu mi vedessi....ti ricordi? mi chiudevo in bagno e mi tagliavo continuamente,dappertutto con quello che trovavo....mamma sono arrivata a tagliarmi le vene perche' il rosso del mio sangue mi rendesse visibile, ma tu niente,mi hai accompagnato in ospedale e hai detto" si sa come sono gli adolescenti" e fine li.
Ti ho odiato quella mattina in cui vedevo nei tuoi occhi quella luce,quella brama famelica di prendere colori e pennelli e rinchiuderti nel tuo laboratorio e ti ho chiesto" mamma,mi dipingeresti?".
Sei rimasta silenziosa, mi osservavi,ma mamma ,ancora senza vedermi, poi ti sei alzata e ti sei chiusa dentro il tuo laboratorio. Io speravo che finalmente avrei capito cosa vedevi,cosa provavi per me....forse dovevo imparare il tuo linguaggio,forse era quella la chiave dell'amore e non dell'odio,imparare a parlare la tua lingua,fatta di colori,sfumature,ombre.
Sei uscita dopo due giorni, io ero seduta sotto il pergolato....ci sono rimasta per due giorni,perche' era diventato importante solo quel quadro,solo provare a intravedere attraverso i tuoi occhi chi ero,com'ero....se mi amavi oppure mi odiavi anche tu. Durante quei due giorni immaginavo la tua mano muoversi sinuosa con i pennelli,i movimenti sopra la tela, era affascinante solo guardarti davanti alla tavolozza dei colori.....
Sei uscita e mi hai detto" Lia vieni,e' finito". Mi sei passata accanto,stortita come dopo ogni lavoro finito,come dopo una notte d'amore.
Sono entrata,ero emozionata,molto emozionata,mi sembrava di essere ad un bivio importante,forse lo era : amore o odio. Ho guardato il tuo dipinto, reale,intenso,emozionante....e terribile e......mamma ho capito che mi odiavi anche tu,di un odio forse piu' terrificante del mio, piu' inquietante.
Non abbiamo mai parlato di quel dipinto,anzi ho cercato, senza riuscirci mai,di scordarmelo e invece ne avremmo dovuto parlare e forse le cose sarebbero state diverse.
Ti ho odiato quando ti ho detto di aspettare Duccio e tu mi hai detto "liberatene,sei troppo giovane" e poi hai ripreso a leggere il giornale.... allora mi sono alzata e me ne sono andata,per sempre........mamma Duccio e' stata la salvezza,il maestro d'amore, il guaritore della mia anima....la pancia cresceva e il cuore si purificava dell'odio,del dolore,della morte, mi preparavo ad essere madre......mamma ho imparato una delle cose piu' belle della vita: a ridere, a ridere la mattina perche' c'e' il sole, a ridere della prima nevicata invernale, a ridere con gli altri, a scambiare un sorriso con uno sconosciuto solo cosi' per donare qualcosa di me al mondo.......mamma non mi hai insegnato la bellezza del sorriso e tante altre cose non mi hai insegnato, adesso c'e' Duccio a insegnarmele.
L'odio mi ha scavato dentro dei vuoti terribili,lunghe caverne di pianto e dolore e ancora non sono guarita,ancora non ho imparato tante altre cose belle della vita e dell'amore, ma stamattina ho sentito che dovevo portare sulla tua tomba un fiore,mamma non ti ho piu' rivista viva dopo che me ne sono andata e tu non hai mai conosciuto l'amore della mia vita,anzi l'amore che dona la vita e Duccio....sai dipinge anche lui ed e' bravo,ha la tua luce negli occhi quando prende le matite,lo stesso ardore,la stessa passione; ma e' una luce calda,riscaldata dall'amore.....mamma stamattina sono venuta perche' per andare avanti devo perdonare, e forse l'ho fatto man mano che imparavo l'amore e l'odio svaniva come la nebbia,portato lontano dai miei nuovi giorni. Cara mamma certi mattini mi manchi,guardo la nebbia ed e' inafferrabile come te,incomprensibile e misteriosa e mi dolgo cosi' tanto di non aver interpretato il tuo mistero


Dedicato a Lia che ha imparato finalmente l'amore,lei che ha bruciato d'odio

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